Namibia. Un viaggio incredibile, una terra con spazi infiniti di una bellezza unica, una meta che ci ha conquistato tutti e che abbiamo messo tra i viaggi più belli di sempre!
In questo (lungo) articolo vi parlerò dell‘itinerario che abbiamo fatto, ma anche di tutte quelle informazioni utili per prepararvi ad un road trip in questo paese africano.
Questi gli argomenti che troverete:
La Namibia e il mal d’Africa
Il nostro viaggio in pillole
Guidare in Namibia
Informazioni pratiche
Quando andare in Namibia
Il nostro itinerario
Consigli di letture
La Namibia e il mal d’Africa
Quante volte ho sentito parlare del “mal d’Africa” e quante volte mi son detta se esiste sul serio!
Se si intende una forte nostalgia di spazi aperti e infiniti, nostalgie dei colori, delle albe e dei tramonti, dei profumi, del senso di appartenenza ad una terra che pensiamo così lontana da noi ma che in realtà è la culla da cui siamo tutti nati, allora sì, il mal d’Africa esiste!
L’origine dell’uomo sembra proprio collocarsi in Namibia, detta, appunto, la culla del mondo, culla della vita, da dove siano nati, e il senso di ritorno alle origini è forte.
In Namibia tutto parla di questo, tutto è testimone del passato.
I deserti più antichi del mondo, le incisioni e le pitture rupestri di epoca preistorica, le tradizioni ancora vive oggi nelle diverse tribù, l’incredibile vegetazione che nasce spontanea da un terreno arido come quello del deserto e la vita selvaggia degli animali che la popola.
Dolce e violenta, è l’esplosione della vita primordiale.
Il nostro viaggio in pillole
dove: Namibia, Africa
quando: agosto 2019
chi: io, mio marito e mia figlia di quasi 9 anni
volo: volo aereo con Qatar Airways (scelta per avere 1 solo scalo) MILANO-DOHA- WINDHOEK e ritorno
organizzazione/prenotazioni: da 10 anni noi ci affidiamo ad un tour operator, Gorgonia viaggi, sia per la definizione degli itinerari che per le prenotazioni voli e hotel, sempre coordinandoci su tutto.
A loro volta si appoggiano a partner in loco sempre di altissimo livello, e ovunque siamo stati, dalla Malesia (il primo!) al Vietnam (il penultimo!) non abbiamo mai avuto alcun tipo di imprevisto e problema, guide sempre precise, puntuali ed attente.
Anche per questo viaggio, self-drive, ho chiesto a loro di seguirmi.
Prendetevi per tempo per l’organizzazione di un viaggio in Namibia. Le strutture ricettive non sono tante. Nonostante abbiamo provveduto a confermare le prenotazioni a gennaio, alcuni lodge erano già sold-out, costringendoci così a modificare un po’ quello che era l’itinerario originale.
spostamenti interni: abbiamo fatto una vacanza Fly&drive, on the road in self-drive, quindi senza guida/driver. Abbiamo percorso 2500 km circa.
sistemazioni: noi abbiamo alloggiato sempre in lodge. Le strutture sono molto belle, ce ne sono ovviamente di vario livello, spesso con area destinata a camp in abbinata.
per chi: La strada è la vera protagonista del viaggio. Se non siete amanti dei viaggi on the road non è la meta che fa per voi.
Se, invece, vi piace l’idea di cambiare meta in continuazione, di vedere panorami ogni giorno diversi, di ammirare in silenzio orizzonti a perdita d’occhio, di cantare per ore in auto, allora è un viaggio sulle vostre corde!
Tribù degli Himba
Guidare in Namibia
Il nostro viaggio è stato un self-drive. Abbiamo noleggiato una comoda auto 4×4 (vivamente consigliata!), con GPS e doppia ruota di scorta.
Le strade sono prevalemente sterrate, di terra più o meno battuta, e una vettura 4×4 rende la guida molto più facile e sicura.
Non abbiamo visto nessun incidente e nessuno intento a sostituire una ruota forata, ma ci vuole, comunque, molta prudenza.
I driver/guide e i locali corrono molto, conoscono le strade e hanno ovviamente più confidenza con gli sterrati.
Il problema è, soprattutto, la polvere che si alza quando si viene sorpassati o si incrocia un veicolo sul lato opposto: è come entrare in un banco di nebbia improvviso.
Prima di ritirare l’auto, la compagnia noleggiatrice, ci ha fatto vedere un video proprio sulla guida sicura in Namibia per farci capire quelli che sono i pericoli che si possono incontrare.
Tenete presente che ci sono tratti di strada, anche per decine e decine di chilometri, in cui non c’è copertura telefonica e non si incrocia praticamente nessuno. Quindi la prudenza è requisito fondamentale.
Le strade
In Namibia ci sono 3 tipi di strade:
- le “B“: completamente asfaltate e in ottime condizioni. Non sono però molte e solo nelle vicinanze delle città, quindi Widhoeck, Swakopmund. La massima velocità consentita è di 120 km/h.
- le “C“: possono essere di vario tipo e condizione: ghiaia, sterrato, e anche sale! Qualcun, nel frattempo, è stata asfaltata. A seconda dello stato della strada potrete andare dagli 80 ai 100 km/h.
- le “D“: sterrato vero e proprio e spesso in cattive condizioni!! Su queste strade la velocità massima consentita è di 60 km/h, che è già un successo riuscire a raggiungere.
In tutto il Paese le strade non sono illuminate, quindi è vivamente consigliato guidare solo dall’alba (6.30-7.00) al tramonto (18.30-18.45), a parte nelle città; di notte la possibilità di non vedere una buca o di investire un animale è molto alta!!
La guida è a sinistra, come in Gran Bretagna. Non è complicato, giusto il tempo di prendere mano. Poi, a parte nelle città in cui ci sono rotatorie, sulle altre strade il poco traffico rende tutto più semplice. Basta fare attenzione nelle svolte.
Documenti per la guida
Per guidare e noleggiare un auto in Namibia è preferibile avere la patente internazionale. Non è obbligatorio ma meglio averla, soprattutto in caso di incidenti.
In Namibia viene accettato sia il modello della Convenzione di Vienna, validità 3 anni, sia quello di Ginevra, validità 1 anno.
Potete richiederla direttamente alla vostra Motorizzazione Civile oppure in qualsiasi Agenzia/scuola guida, almeno un mese prima delle partenza.
Qualche altra informazione pratica
- La moneta corrente è il dollaro namibiano, ma anche il Rand sudafricano è ampiamente accettato e le due monete hanno lo stesso valore. Si paga ovunque con carta di credito (benzinai, lodge, ristoranti…)
- Non è necessaria nessuna vaccinazione o profilassi particolare. E’ consigliata la profilassi antimalarica solo per chi si spinge fino a nord, al confine l’Angola, per le Epupa fall, e in particolare nella stagione umida (il nostro periodo invernale). Noi nel mese di agosto non abbiamo visto nessuna zanzara, se non qualcuna all’Etosha. Nemmeno alcun insetto!!!
- Anche se prendete il GPS tenete sempre sott’occhio una cartina geografica. Muoversi in Namibia è facilissimo, le strade sono poche, impossible sbagliare e le indicazioni son sempre molto chiare e precise. Ma a volte sappiamo che i navigatori possono far fare “strade più corte” che in Namibia potrebbero rivelarsi ben poco fattibili. Quindi un check con la cartina è assolutamente indispensabile.
- Cosa mettere in valigia? Decisamente di tutto. Diciamo poco ma di tutto. Dalla maglietta a manica corta al piumino leggero, dai pantaloni lunghi ai pantaloncini. Perfetti quei pantaloni da trekking con la cerniera che li trasformano in pantaloncini corti! Alla mattina si parte con il freddo, ma poi le temperature si alzano.
- Se viaggiate con dei minori dovete richiedere al vostro comune di residenza l’ “Unabridged Birth Certificate” (certificato di nascita integrale multilingue) sul quale vengono riportati anche i dati anagrafici dei genitori. Ve lo chiederanno in aeroporto, al controllo documenti.
- Per le prese di corrente serve un adattatore specifico (per Sud africa/Namibia). Lo si può acquistare in aeroporto o in qualsiasi stazione di servizio. I lodge generalmente, con piccola cauzione, li mettono a disposizione; in alcuni era già in camera, in altri le prese stesse erano predisposti per spine diverse, tra cui quelle Europee.
Quando andare in Namibia
Noi l’abbiamo visitata in agosto, quindi durante l’inverno australe.
Ma è proprio questo il periodo migliore per andare in Namibia, perché è la stagione secca.
In ogni caso è una meta visitabile tutto l’anno… anche lì non ci sono più le stagioni di una volta! Sono 3 anni che non piove più come nel passato.
Il nostro autunno è il mese forse meno indicato, perchè inizia la stagione delle piogge, la natura è molto rigogliosa e impedisce l’avvistamento degli animali e ci possono esser dei fiumi da guadare (tantissime strade attraversano i letti dei fiumi).
In agosto le temperatura erano generalmente basse alla mattina e sera, tra gli 6°-10°C per poi arrivare trai 20/24°C di giorno.
Il clima, in questo periodo, è molto secco, quindi il freddo non si percepisce tantissimo e di giorno non si suda mai.
Nel deserto del Namib, nel Damaraland e al parco dell’Ethosa le temperature sono più alte anche fino a 30°C, comunque sempre molta escursione tra io giorno e notte.
A Swakopmund, sull’oceano, è, invece, molto umido e c’è nebbia ogni sera e nelle prime ore della mattina.
Il nostro itinerario in Namibia
Il nostro viaggio in Namibia è stato di 13 giorni (10 effettivi di tour) e questo è il dettaglio:
giorno 1: Windhoek
giorno 2: Kalahari
giorno 3: Tsaris Montain
giorno 4: Deserto del Namib, Sossusvlei
giorno 5: da Tsaris Montain a Swakopmund
giorno 6: Walvis Bay e Sandwich Harbour
giorno 7: dalla Skeleton Coast al Damaraland
giorno 8: Etosha National Park
giuro 9: Etosha National Park
giorno 10 : Waterberg
giorno 11: aeroporto di Windhoek
giorno 1 | Windhoek
tragitto: 41 km – 30 minuti (strade B6)
Atterriamo all’aeroporto internazionale di Windhoek in mattinata e siamo stati accolti dalla referente del tour operatore che ci ha fornito tutte le informazioni utili per la nostra vacanza, oltre ad un preziosissimo diari di viaggio, su cui era segnato tutto il nostro itinerario, le strade da percorrere e i tempi.
Ci ha accompagnati a ritirare la nostra “super car” e l’avventura ha avuto inizio. Alla radio musica in tedesco!
Prima tappa la capitale Windhoek, che abbiamo visitato nel pomeriggio.
È una città ricca di alberghi confortevoli, negozi carini e bistrot accoglienti.
Qualche chiesa, le fortezze militari e interessanti musei, gallerie d’arte e i giardini botanici nazionali.
Ma nel complesso niente di che….
cena: avevo prenotato per tempo allo Stellenbosch Wine bar & tasting. Non semplicissimo individuarlo perché all’interno di una corte di un complesso residenziale. Mangiato molto bene. Altra nota alternativa a Windhoek è il Joe’s Beerhouse.
dormire: The Utopia Boutique Hotel. Noi eravamo nella suite ed era veramente molto bella e curata in ogni particolare e dettaglio.
Un po’ discutibile, invece, la logistica delle colazione, con pochi tavoli all’aperto e una piccola stanza con buffet (minimo ma curato) adiacente e poi una stanzetta al coperto, al piano superiore, a cui si accedeva con una scaletta a chiocciola.
giorno 2 | Windhoek- Mariental (Kalahari)
tragitto: 288 km – 3 ore (strade B1-C19)
Partiamo finalmente! Questa prima giornata on the road si sviluppa tutta su strada asfaltata (la B1), solo l’ultimo tratto che ci porterà al lodge è su strada sterrata, ma perfettamente battuta.
Iniziano i primi bellissimi paesaggi desertici.
Arriviamo per pranzo al nostro lodge e ci prenotiamo subito per un safari nel deserto (il nostro primo safari) con la loro jeep e guida locale, che si è concluso con un aperitivo al tramonto nel deserto.
Peccato che il cielo si fosse rannuvolato e ,quindi, il tramonto non è stato mozzafiato.
Ma qualche goccia di pioggia, (alla notte c’è stato diluvio e vento fortissimo) hanno reso speciale in ogni caso la giornata: erano 3 anni che non pioveva!!!!
Abbiamo anche avuto un primo incontro con gli animali in Namibia: subito due rinoceronti bianchi, poi struzzi, antilopi di diverso tipo, springbok, kudù….
dormire e mangiare: Africa Lodge safari, una struttura nuova, moderna, con una ventina di lodge a semicerchio e al centro una pozza di acqua a cui attingevano facoceri, galline-faraone, antilopi e alla mattita abbiamo trovato pure la famiglia di rinoceronti (bianchi)! Cena e colazione a buffet, ma niente di eccezionale.
Carino, invece, il tè alle 5, con dolci fatti in casa.
Giorno 3 | Dal Kalahari al Namib: le montagne del Tsaris
tragitto: 188 km – 2,5 ore (strade C19-C14-D850)
Questa è la tappa di avvicinamento al deserto del Namib e alla meravigliosa meta del Sossusvlei.
Lungo la strada si sono alternati bellissimi scenari, con paesaggi sconfinati, e poi montagne, rocce. Arriviamo nelle montagne del Tsaris, vicinissimo a Naukluft Mountains, a soli 72 km da Seriem in direzione nord est. Un luogo ideale per i trekking, tra sorgenti naturali inserite in un aspro paesaggio di montagna.
dormire e mangiare: inizialmente avremmo dovuto alloggiare in un lodge molto più vicino a Seriem/Sossusvlei, ma a gennaio già non abbiamo trovato più posto. Abbiamo così “ripiegato” sullo Zebra River lodge, nelle montagne di Tsaris.
Logisticamente una sistemazione più scomoda (circa a 2 ore da Sossusvlei e con strada bella impegnativa) ma eravamo in un luogo magico!
La location è spettacolare e siamo stati felicissimi di questo “inconveniente”. Noi eravamo in un bel rock lodge. Gli arredi sono un po’ datati, il bagno piccolino e scomodo, ma vi assicuro che l’esterno, le montagne che circondavano facevano passare tutto in secondo piano. Curate le aree comuni e l’esterno (anche la zona piscina).
Organizzano delle bellissime passeggiate/trekking sulle montagne, che si possono fare anche in autonomia, come abbiamo fatto noi.
Alla sera spettacolare tramonto: ci hanno portato su una montagna dove è stato allestito un bellissimo happy hour con salumi locali (di zebra, di Kudu, impala..), stuzzichini, bibite e birre a scelta.
E sullo sfondo un tramonto incredibile!
Di notte nella fontana del lodge arrivano quasi sempre le zebre di montagna ad abbeverarsi.
Durante il nostro soggiorno c’era una bellissima luna piena, ma di contro non abbiamo potuto godere appieno delle splendide stellate!
Ottimo per i pasti: alla sera tutto a lume di candela e stufa accesa. Per la colazione disponibili anche dei buoni e ricchi breakfast-box per chi (come noi) parte all’alba per raggiungere Sossusvlei!
Giorno 4 | Parco del Namib-Naukluft: Sossusvlei e Deadvlei
Tragitto: 80 km – 2 ore (strade D850-D854-C19-D826) + ritorno
Il parco del Namib-Naukluft apre alle 6 e mezzo, all’alba: in questo momento della giornata, con il sole che sorge, le famose dune del parco assumono le sfumature di colore più bello: il rosso è acceso e le parti in ombra, nere, creano un contrasto incredibile!
La nostra distanza dal parco, però, non ci ha permesso di poterci godere lo spettacolo dell’alba sulle dune.
Alle primissime luci dell’alba noi siamo partiti dello Zebra River Lodge e ci siamo fatti 2 ore di strada “molto sterrata” tipo D, messa proprio male e praticamente senza incrociare anima viva.
Panorami tra le montagne splendidi!
Arrivati a Senriem, siamo finalmente entrati nel parco del Namib. Si percorrono altri 60 km (asfaltati) in un corridoio di dune spettacolari.
Sossuslei merita il viaggio.
Ci siamo fermati alla duna 40 (40 indica il km dall’ingresso del parco) e l’ancora più famosa Duna 45.
Poi ci siamo diretti fino alla fine della strada per raggiungere Deadvlei: gli ultimi 4 km sono completamente sulla sabbia. Si possono percorrere autonomamente, solo con auto 4×4, o con delle jeep navetta. Noi abbiamo preferito questa seconda opzione e siamo stati contenti: di jeep “autonome” insabbiate ne abbiamo viste un bel po’!
Una mezz’oretta di passeggiata sotto al sole per arrivare alla piana di Deadvlei, uno dei paesaggi più incredibili e spettacolari del mondo.
La depressione del lago effimero, una distesa di argilla bianca secca, con tronchi di acacie morte e mummificate da secoli che si stagliano contro le dune rosse che circondano Deadvlei.
È un luogo di una bellezza che si fa fatica a credere che sia realtà!
Sullo sfondo la duna Big Daddy, che può esser scalata con una bella (e impegnativa) passeggiata, e il cielo blu!
Uno spettacolo della natura che non dimenticherò mai!
Qui le temperature, a mezzogiorno, si sono decisamente alzate, eravamo sui 30°C (nella loro estate le temperature arrivano anche oltre i 45°) contro gli 11°C alle 10° del mattino.
Dovendo poi rientrare (prima del tramonto) non ci siamo fermati al Sesriem Canyon, una spaccatura nella roccia scavata da un fiume effimero molto scenografica, che vi consiglio di fare Io la terrò per una prossima volta!!
SUGGERIMENTO: il mio consiglio è quello di trovare sistemazione in uno dei lodge vicino a Sossusvlei in modo da poter andare al Parco anche all’alba o al tramonto, volendo, e avere la possibilità di visitare il canyon.
Consiglio, comunque, di valutare la tappa allo Zebra River Lodge, prima di spostarsi a Senriem, perché ritengo sia stato uno dei lodge nella location più particolare.
Giorno 5 | Dalle montagne del Tsaris a Swakopmund
tragitto: 373 km -5 ore (strade D850-D855-C14-B2)
Una lunga giornata di trasferimento, fino a Swakopmund.
Ma ancora una volta una giornata attraverso paesaggi incredibili e molto vari. Non ci siamo annoiati e stancati per nulla!
Dalle montagne del Naukluft alla Moon Valley, poi i canyon e passi di Gaub e di Kuiseb.
Prima tappa il famosissimo Solitaire, con sosta per assaggiare la leggenda apple-pie dello scozzese Moose McGregor.
Merita, fermatevi, e non solo per fare il pieno di benzina.
Seconda tappa il cartellone indicante il tropico del Capricorno (avevamo già incrociato il tropico scendendo a sud, da Windhoek, il primo giorno).
Nel pomeriggio siamo arrivati a Swakopmund, che tutto può sembrare tranne che una città africana!
Fondata dai tedeschi a fine ‘800, sembrava di essere in Baviera! Case a graticcio, con tetti spioventi, aiuole fiorite e ordinate e … viali di palme!
Supermercati, ristoranti, pasticcerie (pasticceria Ancon, dicono essere la più buona del sud Africa) e i semafori!
La città sorge sull’Oceano Atlantico, un oceano impetuoso e ghiacciato!
Le correnti fredde del Benguela si incontrano con quelle calde del deserto e la nebbia in questa città è una costante tutte le mattine e sere.
Ci si sente un po’ disorientati: non è l’Africa che ti aspetti, fredda, nebbiosa, un po’ grigia..
mangiare: avevo prenotato due dei ristoranti più famosi a Swakopmund. La prima sera al Tug. Un ristorante in riva al mare. La sera tira un vento veramente freddo. Il locale è tutto arredato come se si fosse all’interno di una barca. Servizio molto attento e veloce, abbiamo mangiato veramennte bene (e finalmente pesce!) a partire dalle ottime ostriche! E poi un piatto misto di pesce alla griglia, veramente ben fatto. Prenotazione assoluta comsigliata.
Dormire: abbiamo alloggiato per due notti al The Delight Swakopmund, un moderno albergo, molto curato in ogni dettaglio, tutto sui colori del rosso e turchese.
Camere molto accoglienti, la nostra con un ampio soppalco, con tutti i confort, anche la con boule dell’acqua calda sul letto per la notte! Colazione super!
Tramite l’hotel abbiamo prenotato l’escursione per il giorno dopo a Sandwich Harbour. Consiglio, comunque, di prenotarla anche prima, perchè si può aver difficoltà all’ultimo momento.
Giorno 6 | Sandwich Harbour
Ci svegliamo abbastanza presto (ormai abbiamo i ritmi namibiani, si va a letto presto e ci si veglia presto).
La città è avvolta nella nella nebbia. Dopo colazione facciamo una bella passeggiata, sul lungo mare, vediamo il vecchio molo tedesco, il mercato dell’articolato namibiano “craft market”, vicino alfaro, e un po’ di shopping, visto che è l’ultima e unica possibilità di trovare qualche negozio.
Alle 11.00 avevamo la partenza dal nostro hotel (dove ci venivano a prendere) per l’escursione Half-day in jeep a Sandwich Harbour.
Si può anche scegliere l’uscita full-day, (partenza 8.00) con uscita di 4 ore in catamarano per vedere delfini, i pellicani ed una colonia di otarie.
Chi l’ha fatta, ha preso un bel po’ di freddo, tra la nebbia, ma in ogni caso tantissime otarie e qualche delfino! Se si è fortunato in questo periodo si possono vedere anche le balene).
Noi ci siamo affidati all’agenzia Sand Waves Adventure: ottima organizzazione, ci siamo trovati benissimo, molto bravi tutti i drivers. Il costo è circa 100,00 euro a persona, dalle 11.00 alle 18.00, con ricco aperitivo/pranzo sulle dune.
L’escursione organizzata è l’unico modo per guidare tra le dune di Sandwich Harbour e, se anche l’accesso alla zona fosse libero, è impensabile gestirla in autonomia.
Prima tappa alle saline e poi via, lungo la spiaggia, avvolti dalla nebbia: a sinistra il nulla, il deserto, a destra l’oceano con le sue onde impetuose.
Poi si inizia a salire e correre tra le dune, un sali e scendi incredibile. Divertimento puro.
Facciamo qualche breve sosta per ammirare il paesaggio e per le interessanti spiegazioni che ci fanno le guide.
Poi, con le altre 4/5 jeep ci fermiamo in mezzo alle dune dorate e ci allestiscono un aperitivo con tanto di bollicine! Fantastici!
E intanto il cielo si apre, e il sole scalda, i colori esprimono al massimo della loro bellezza.
Giungiamo a Sandwich Harbour, uno spettacolo che ci lascia senza parole! Meraviglioso. Un (altro) momento indimenticabile del viaggio.
Qui si incontrano i due oceani; quello di sabbia, con le alte dune, e quello di acqua con le sue alte onde.
La foto non rende, ma eravamo belli alti!
Sembra che le dune si stiamo ritirando e ci sia il rischio che tra qualche decina di anni questo spettacolo naturale non sia più visibile. La causa è di un fenomeno dovuto ai venti e alle correnti, tanto dell’aria quando del mare.
mangiare: Jetty 1905, altro ristorante molto famoso, da prenotare. Si trova alla fine di un lungo pontile nel l’Oceano Atlantico. La location è molto suggestiva con grandi vetrate sul mare aperto, cullati dalle onde che si infrangono sui pilastri del molo. Sicuramente rende di più di giorno e al tramonto: orario cena è tutto buio e quindi, una volta dentro, si perde la percezione del mare attorno.. salvo per il dondolio!!
Il locale è carino, vuole essere più “raffinato” del Tug, in ogni caso senza pretese. Il personale attento e gentile, abbiamo mangiato bene ma meno rispetto al Tug (e abbiamo ordinato in tutte e due le serate il gran piatto di pesce misto).
Giorno 7 | Dalla Skeleton Coast al Damaralan
tragitto: 415 km -4 1/2 ore (strade C34 -C35-C39) + escursione a White Lady (D2359) – percorso più veloce ma meno interessante “tagliando” per la B2-C33
Altra giornata con un bel susseguirsi di panorami diversi.
La prima parte di strada costeggia la famosa Skeleton Coast, una delle coste più pericolose del mondo. Si chiama così per i relitti delle tante navi che si sono incagliate qui e per l’impossibilità di eventuali naufraghi di sopravvivere, visto che per centinaia di chilometri nell’entroterra c’è solo deserto.
Noi abbiamo percorso questo strada di sale all’alba e, incredibilmente, quella mattina non c’era nebbia! Cosa rara!
Il nostro itinerario iniziale prevedeva di arrivare fino a Cape Cross, dove c’è un’immensa colonia di otarie, per poi andare a Twyfelfontein, nel cuore della regione del Damaraland, per vedere le incisioni rupestri.
Purtroppo già a gennaio non siamo riusciti a trovate posto nei lodge comodi in questa zona, e abbiamo dovuto cambiare percorso.
Ci siamo così fermati per una escursione ai piedi del massaggio del Branderg, per la visita a delle pitture rupestri. Il percorso, con guida, prevede una passeggiata di circa 1 ora, non difficile (scarpe da ginnastica o trekking e borraccia), per arrivare a quella che è la più famosa delle pitture preistoriche, la White Lady.
Noi l’abbiamo fatta tra le ore 10.00 e 12.00 e al rientro era veramente caldo.
dormire e mangiare: noi abbiamo all’alloggiato al Sophienhof Lodge. Camere spaziose, con angolo cottura, bagno piccolino. Cena a buffet, ma poca scelta.
Nel pomeriggio, abbiamo, partecipato al game drive che organizzano ogni giorno, ed è stato molto bello, la guida molto brava e simpatica.
Prima la sosta al recinto degli struzzi e poi a quello di due ghepardi, orfani, che stanno riabilitando: c’è la possibilità di entrare nel recinto finche viene dato loro da mangiare. Mia figlia e mio marito sono entrati, io sono rimasta fuori a far le foto!
Poi il safari nella riserva privata dove abbiamo visto tanti animali e, finalmente, giraffe e zebre!
Giorno 8 | Etosha National Park
tragitto: 80 km – 45 minuti (strade C39-C38)
La mattina ripartiamo per arrivare in zona Etosha Park.
Un tragitto brevissimo, giusto 45 minuti e tutta strada asfaltata. Appena arrivati al Lodge, decidiamo di rilassarci in piscina per la mattinata, per poi partecipare ad un Game Safari che ci organizzano nel primo pomeriggio, con loro guida, all’Etosha National Park.
dormire e mangiare: Toshari Lodge, a venti minuti dai cancelli sud dell’Etosha park. Lodge molto bello, ottima la sistemazione nella nostra family room: bellissima e ampia camera e bagno grandissimo con tutti i confort.
Ottimi anche i pasti, con ricco buffet di cucina Namibiana, con isole per carne alla griglia e altri piatti fatti al momento, insalate, zuppe. A pranzo, invece, alla carta sono disponibile diversi snack o piatti piùricchi. Decisamente un’ottima soluzione.
E’ possibile anche alloggiare all’interno del parco dell’Ethosa, sicuramente emozionante: i Lodge e i servizi sono però molto più spartani. E bisogna prenotare con molto anticipo.
Giorno 9 | Etosha National Park
L’intera giornata è stata dedicata al safari all’interno del parco Etosha. Partenza ore 6,30 per arrivare tra i primi ai cancelli dell’arco, che apre sempre all’alba, in questo periodo alle ore 7.15.
Nel parco dell’Etosha si può tranquillamente entrare con la propria auto.
Noi, alla fine, abbiamo preferito organizzare il safari (privato, per noi 3) con la guida e la jeep messa a disposizione dal lodge: il giorno prima ci siamo resi conto che se si vuol vedere tanti animali è molto meglio affidarsi a chi fa questo per lavoro! Si paga di più che non farlo in autonomi, certo, ma ne vale la pena.
Non tanto per la sicurezza, in quanto è assolutamente fattibile, facile, senza pericoli da farsi anche in autonomia.
Ma loro sanno dove andare, sanno come muoversi tra le tante stradine del parco, si parlano tra di loro se qualcuno vede qualcosa di interessante, hanno un occhio allenato e vedono già in lontananza animali che io non avrei mai individuato e poi sanno come raggiungerli.
Insomma, a meno che non siate intenzione a trascorre molti giorno nel parco, e quindi avere tanto tempo a disposizione per cercare di avvistare qualche animale, il mio consiglio è di farsi accompagnare da una guida.
Con noi macchina fotografica, binocolo e un libro importantissimo “Guida dei mammiferi d’Africa” che ci ha permesso di individuare tutti gli animali e imparare tante cose!
Abbiamo visto di tutto: rinoceronte biannco e ben 3 rinoceronti neri (rarissimi e gravemente minacciati di estinzione. Ed è pure l’unico animale a cui bisogna prestare attenzione nel parco, perchè può caricare).
Antilopi, spingbok numerosissime, poi zebre, giraffe, sciacalli, iene, elefanti (non tantissimi) e poi i leoni!
Un bel gruppo di leoni: due maschi che stavano banchettando con una giraffa, due leonesse e 6/7 cuccioli già sazi. Li abbiamo ammirati per mezz’ora, da vicinissimo.
Una volta sazi anche i leoni si sono alzati per andare a fare un bel risposino sotto un’acacia, e ci sono passati proprio davanti alla nostra jeep. Emozione unica!
Dalle 6.30 delle mattina la nostra giornata si è conclusa verso le 18.00 (al tramonto nessuno dev’essere all’interno del parco, se non nei lodge dove, comunque, vengono chiusi i cancelli)
Approfondirò questa esperienza in un altro post, a breve!
Giorno 10 | da Etosha Park a Waterberg Region
tragitto: 185 km – 2 ore (strade C38 – B1-D2433) –
Ultima tappa del nostro viaggio, nella regione del Waterberg.
In alternativa al percorso da noi fatto, si sarebbe potuto attraversare tutto l’Etosha Park, uscire dalla ingresso Est Namutoni, per poi discendere verso Waterberg. Sarebbero state circa 7 ore di auto, senza considerare le eventuali soste nel parco. Abbiamo preferito la via più veloce e rilassante per l’ultimo girno.
Arrivati al lodge, in mattinata, c’era la possibilità di fare trekking, o qualche game drive, ma abbiamo voluto trascorrere la nostra giornata senza far nulla!
Non era la stanchezza del viaggio, perché nonostante i 2550 km percorso, le giornate belle piene, il viaggio è stato rilassante.
Abbiamo pranzato nella grande veranda del lodge, e poi riposato, letture a bordo piscina e sulla grande terrazza che da proprio alla zona di riserva privata dove abbiamo, comunque, potuto guardare, comodamente seduti, i tanti animali che venivano ad abbeverarsi.
E la sera, finalmente, la luna è sorta più tardi, e il cielo ci ha regalato una spettacolo di stelle indimenticabile; avvolti nelle coperte messe a disposizione, ci siamo seduti sulle poltroncine nella terrazza e siamo rimasti ad ammirare!
dormire e mangiare: Francis Indongo Lodge, un piccolo lodge molto accogliente e curato. E’ di proprietà di un namibiano, cosa rara, il 3° uomo più ricco della Namibia.
Abbiamo pranzato e cenato qui, ovviamente: una delle cene più buone e un servizio impeccabile. Camino acceso, divani comodi, tavoli con scacchi e pochi a disposizione. bello!
Giorno 11 | aeroporto Windhoek
tragitto: 335 km – 3 1/2 ore (strade B1-B6)
Sveglia l’alba per affrontare l’ultimissima tappa verso l’aeroporto.
Strada asfaltata, qualche piccola attività industriale, e commerciale e poi la capitale.
Restituiamo la macchina tutta bella impolverata e si torna a casa! Felici e soddisfatti!
Consigli di lettura
Ryszard Kapuscinski, Ebano, Feltrinelli (mia recensione)
Wilbur Smith, La spiaggia Infuocata, Tea (mia recensione)
Alessandra Laricchia, Quando la terra chiama, Armando Curcio Editore
Karen Blixen, La mia Africa, Feltrinelli
Karen Blixen, Ombre sull’erba, Adelphi (mia recensione)
Emanuela Nava, La bambina strisce e punti, Salani- gli istrici (mia recensione)
Marco Lambertini, Guida dei mammiferi d’Africa e guida pratica al Safari, Scienze naturali
Gabr’Aoun Robo, Savana. La Namibia raccontata da una guida, Effatà editrice
Namibia, rivista Meridiani
Namibia, Lonely planet, EDT
Spero di avervi dato tanti spunti per programmare o valutare una vacanza in Namibia.
Seguiranno sicuramente altri articoli in cui vi parlerò, più in dettaglio, di alcune tappe imperdibili!
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