Se volete organizzare una gita nella provincia di Verona, dopo aver visitato Soave e le sue cantine, vi invito ad raggiungere il Comune di Belfiore (dista poco più di 5 chilometri da Soave e 20 km dal centro di Verona) e scoprire il Santuario della Madonna della Strà.
Vi ho parlato del comune di Belfiore a proposito delle sue mele e in particolare di una varietà di mele antiche che qui si producono, ovvero il melo decio, ma oggi vi suggerisco un altro bel motivo per venire a visitare questa zona, ovvero questo piccolo gioiello dell’architettura romanica.
Non mancherà fine articolo anche un’indicazione su dove andare a gustare genuini piatti tipici veronesi!
Ho avuto il piacere di poter visitare questa chiesa con una bravissima guida turistica, il signor Maurizio Zanetti di Verona autoctona che sicuramente è stata fondamentale per poter cogliere tutti i particolari che ora cercherò di raccontarvi.
Cenni storici del Santuario della Madonna della Strà
La pieve venne eretta nel 1143, com’è testimoniato da un’iscrizione romana che dice che:
(..) gli architetti Borgo e Malfatto qui tunc habitabant in Veronensi castro (cioè a sinistra dell’Adige) costruirono la chiesa nel 1143 , essendo sacerdote Ambrogio e Vescovo di Verona Teobaldo.
Il santuario sorge vicino all’antica strada romana (strà) Porcillano che dalla via Postumia, e dopo Porcile (l’antico nome del comune di Belfiore), arrivava a Monselice.
Conosciuto da tutti come il santuario della Madonna della Strà è, in realtà, dedicato a San Michele Arcangelo.
Il culto di San Michele arcangelo è antico, iniziò a partire dal V secolo nell’Italia meridionale per poi svilupparsi in tutto il Paese, e anche in questa zona come lo testimoniano delle lapidi romane ritrovate.
Era un santo “militare” e i fedeli pregavano per ottenere la sua protezione.
Il culto della Madonna è legato, invece, all’epidemia di peste del 1630: all’interno del Santuario si venera la scultura in legno della Madonna con il Bambino con in mano un pettirosso, opera scolpita da Giovanni da Zabellana e da Leonardo Desiderio.
L’esterno del santuario
Ritroviamo uno stile romanico con forme semplici, severe, ma con finissime decorazioni a rilievo che lo rende molto elegante e molto curato nei particolari, nonostante siano evidenti i tratti tipici dell’architettura romanica, come la sobrietà.
La facciata è a spioventi, contornata da un bellissimo fregio di archetti ed è realizzata da corsi in tufo e cotto.
Lungo gli spioventi del tetto è evidente una cornice di archetti a denti di sega e, in corrispondenza della navata maggiore, si trova una sopraelevazione, che dà slancio alla costruzione.
La facciata presenta un protiro pensile (un piccolo corpo addossato alla parete), sorretto da mensoloni di pietra viva, sopra al quale si apre una bifora sormontata, a sua volta, da una piccola finestra divisa a croce.
La chiesa è circondata da una cinta muraria con cancellata. Un tempo la muratura era molto più elevata, tanto da nascondere per anni ai passanti l’esistenza della chiesa.
Il campanile è a pianta quadrata, di difficile datazione: sicuramente è originale anche se ha subito importanti rimaneggiamenti. Anche la presenza di materiali diversi testimonia che la costruzione è avvenuta in epoche diverse.
Si notano tracce di bifore che sono state chiuse. Le bifore della cella, invece, sono rinascimentali.
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L’interno della chiesa
L’interno della chiesa è a tre navate, con tre absidi e la copertura è un tetto a capriate.
La divisione tra le navate è ottenuta con elementi di sostegno formati da colonne alternate a pilastri: questo sistema detto obbligato o alternato, evita la monotonia delle navate e la rinforza. E’ un sistema è molto diffuso nelle chiese pre-romaniche e romaniche.
Le pareti sono a conci squadrati di tufo nella loro parte inferiore, mentre nella parte superiore, gli strati di tufo si alternano con fasce di ciottoli a spina di pesce, molto belli.


Gli affreschi
Nessuno si era reso conto della presenza degli affreschi nella chiesa, fino ad un primo restauro nel 1905, quando ne vennero alla luce alcuni, dopo che erano stati coperti di calce nel 1651.
L’incuria e l’azione del tempo non hanno certo giovato, tanto da portarli alla distruzione. Non è possibile capire la superficie effettiva che occupavano questi affreschi, ma sicuramente era importante.
Come datazione, gli affreschi si possono far risalire al XIV secolo. Quelle che vengono raffigurate sono figure di santi e vescovi a dimostrano il progredire della cristianità e del cammino spirituale.
Nella chiesa della Madonna della Stra’ esistevano anche delle pitture su legno rappresentanti i dodici apostoli con nicchie e quadretti separati e una rappresentazione di S. Michele, oggi purtroppo perduti.
Gli affreschi sui pilastri sono stati restaurati nell’anno 2015.


La statua della Madonna con il bambino
La “Madonna con Bambino” è una scultura lignea policroma dell’artista veronese Giovanni da Zebellan; collaborò alla realizzazione anche il pittore Leonardo di Desiderio degli Atavanti.
Fu scolpita e collocata nella chiesa di San Michele di Belfiore nel 1497: il restauro, promosso dalla Soprintendenza alle Belle Arti tra il 1986 e 1988, ha permesso di mettere in luce la firma dell’autore e la data di realizzazione dell’opera.
La statua è molto bella: la Vergine ha una veste decorata in oro con raffinati ricami in lacca rossa e la parte interna del manto colorata d’azzurro.
Delicato il viso della Madonna raccolta in preghiera con le mani giunte sopra il bambin Gesù. Il Bambino, con bei capelli dorati e fini pieghe della pelle, stringe in una manina un pettirosso.
Dove mangiare a Belfiore
Sicuramente la zona offre diverse possibilità tra ristoranti e trattorie dove viene proposta la cucina tipica del territorio Verenose.
Durante l’interessante visita a Belfiore, organizzata dalla strada del vino Soave e dal Comune di Belfiore, sono stata ospite della trattoria Sofia a Ronco all’Adige.
Una trattoria che profuma di sapori di una volta, quelli della pasta fatta a mano, dei dolci di credenza, delle carni dalla cottura lenta.
Il menù promette una cucina semplice e genuina di piatti tipici e con grande attenzione alla stagionalità, con anche proposte di menù a tema a seconda del periodo.



Abbiamo mangiato degli ottimi taglieri di carpaccio e carne salà, carne che resta in salamoia di acqua e zucchero ed erbe aromatiche per molte ore, ottima cruda ma anche scotatta, di Fasoli Carni, sempre di Ronco all’Adige, e del prosciutto crudo, pancetta affumicata e culaccia del Prosciuttificio Soave, accompagnati con ottimi sottaceti prodotti dalla Gastronomia Damoli, di Stefano Alberti, presidente anche della Strada del Vino Soave, vini che ci hanno accompagnato per tutto il pranzo.
Ho assaggiato delle meravigliose tagliatelle fatte in casa condite con un ragù di anatra e mele (il tema della mia visita erano proprio le mele di Belfiore) e poi uno dei piatti più rappresentativi di questa terra, ovvero il lesso con la pearà, una salsa di pane, midollo e tanto pepe. Una delle più buone che abbia mai mangiato.
Il pranzo si è concluso con una degustazione di dolci alle mele, tartelle, sfogliate e il dolce lievitato con mele decio nato dalla collaborazione della gastronomia Damoli e la pasticceria Perbellini di Bovolone. Ma di questo dolce e di queste antiche mele potete andare a leggere più approfonditamente quello che ho scritto in questo articolo.
Dopo pranzo, due passi in un’oasi naturale
Non ho avuto purtroppo tempo per visiatre l’oasi naturale di Cava Moneta ma ve la segnalo lo stesso, qualora foste da queste parti.
Si tratta di un vecchio sito estrattivo di oltre 18 ettari che, al termine dello sfruttamento, nel 2011 è stato acquisito dal Comune ed stato riconvertito in un parco naturalistico grazie ad un finanziamento della Regione Veneto di 650.000 euro, al fine di tutelare e conservare il valore naturalistico ed ambientale del biotopo e destinare, così, il sito alla popolazione.
E’ un’oasi naturalistica senza barriere architettoniche e strutturata per la pesca sportiva anche per disabili.

Grazie alla Strada del Vino Soave, al Comune di Belfiore e all’agenzia TASTEADV per l’organizzazione di questo press day e per avermi fatto scoprire luoghi che spero possano incuriosire anche voi.