Il galateo delle presentazioni è un aspetto molto importante da saper gestire: ogni giorno al lavoro o tra. amici ci vengono presentate o dobbiamo presentare nuove persone.
Sai sempre come comportarti quando incontri qualcuno per la prima volta? Sei sicuro di far tutto per bene o improvvisi?
Il modo in cui ci presentiamo ad una persona per la prima volta è fondamentale e, spesso, non è la spontaneità la carta vincente da giocare, ma anche la forma ha la sua importanza.
Soprattutto in ambito lavorativo, il presentarsi in maniera sbagliata può condizionare parecchio il giudizio che la persona avrà di noi, bastano pochi secondi per trasmettere una impressione sbagliata.
Certo la logica ha le sue regole, ma non possiamo nememno prescindere che durante un incontro tra due persone agiscano anche altri fattori come le emozioni, la simpatia, l’empatia.
Il momento della presentazione si compone di soli 3 semplici gesti: stringere la mano, dire il proprio nome e accennare un sorriso e con un pizzico di eleganza, intelligenza ne usciremo sicuro bene!!
Una buona presentazione diretta e sincera, col sorriso e guardando negli occhi, è un ottimo biglietto da visita che predispone bene l’interlocutore.
Anonimo
Il galateo delle presentazioni in 5 punti
1) Non si dice “Piacere”
Eh sì… “piacere” alla prima stretta di mano non si dice… come non si dice “molto lieto”, “piacere di incontrarla”.
Perché?? Perché il piacere “é ancora tutto da verificare e questa formula racchiude spesso il massimo dell`insincerità” (Sibilla della Gherardesca, Non si dice piacere, Sperling & Kupfer).
Quindi si saluta con un “Buongiorno”, un “Buonasera, un “Ciao” o, piuttosto, si ripete il nome di chi vi è stato presentato per potervelo così ben fissare in mente (siamo sempre concentrati nel dire il nostro nome e la maggior parte delle volte nemmeno sentiamo quello di chi si sta presentando a noi… tanto da non ricordarcelo nemmeno dopo 2 minuti!!!).
La parola “piacere” la possiamo dire invece alla fine dell’incontro, della cena, quando la conoscenza è stata veramente “un piacere”.
3) Il nome
Il nostro nome va pronunciato bene, in modo chiaro e comprensibile, non a voce troppo bassa, e cerchiamo di accompagnarlo sempre con un sorriso: sorridere è sinonimo di apertura e disponibilità all’incontro!
Se è un incontro di lavoro, formale, oltre al nome si aggiunge il cognome (in questo ordine: nome e cognome!!).
Eventuali titoli professionali, onorifici o nobiliari che siano, vanno usati con molta discrezione e a seconda dell’occasione.
4) La stretta di mano
La stretta di mano: quante volte vi è stata data una mano senza nervo??? Ecco, voi evitatelo! La stretta di mano deve esser giusta! Non deve né stritolare ma nemmeno essere molle.
Perché ci si presenta dando la mano destra? Perché una volta serviva per dimostrare che non si impugnavano armi.
La persona che viene presentata non deve porgere la mano per prima, ma deve aspettare che la persona cui si è presentati “accetti” la presentazione e lo dimostra proprio porgendo la mano e guardando negli occhi la persona presentata.
La distanza da tenere quando ci si presenta è di circa 50/70 cm tra l’uno e l’altro (questo nella nostra cultura! Altri popoli arrivano al contatto fisico, ed altri,invece, mantengono importanti distanze!). E’ la “distanza prossemica”, quel nostro bio-ring, spazio vitale, che ognuno di noi ha bisogno per vivere serenamente i rapporti sociali.
5) Chi deve essere presentato a chi
La regola dice che la persona con minor “importanza” deve essere presentata a quella con uno status superiore, ovvero per genere, anzianità, gerarchia.
Quindi:
- l’uomo va presentato alla donna (a meno che non si presenti una donna ad un religioso o ad una persona molto importante)
- i giovani vanno presentati agli anziani
- la ragazza giovane va presentata alla signora più anziana
- la persona con la quale si ha maggior familiarità alla persona che si conosce meno
- la persona con meno prestigio a quella con più prestigio
- i subalterni ai superiori
- la persona single alla coppia
Quando si è ospiti di qualcuno, dopo aver salutato i padroni di casa e gli invitati già nostri amici, deve essere la signora di casa a presentarci eventuali ospiti che non conosciamo.
Se lei non può farlo, arriverà in suo aiuto un amico in comune… l’auto-presentazione è proprio l’ultima carta da giocare.
10 comments
grazie dei suggerimenti cercherò di metterli in pratica
grazie a te di averli letti con attenzione!
ciao
elisa
Grazie per i consigli! Cercherò di ricordarmene quando saremo a Torino cos” non farò brutta figura 😉
A presto
AngelaS
Grazie a te Angela!
purtroppo ho dovuto disdire per Torino…un impegno di famiglia… sar‡ per un’altra volta!
ciao
elisa
Ciao Elisa.
Ma come mi piace questo post………
Da quando sono in Italia (da circa 21 anni) non dico mai piacere al primo incontro, dico sempre Salve….
Poi dico il mio nome “Thais” e li bisogna stare mezz’ora per far capire come mi chiamo.. Mi sembra tanto semplice……. T H A I S….. con l’accento sulla I…. Thais….
E poi subito mi sommergono di domande……..
– Ma non sei italiana???
– Da dove viene????
– Perché sei venuta????
– Ma sei bianca!!!!!! Come mai????? Se tutti i brasiliani sono neri?????????????
– Quando ci torni????? Oppure vivi qui???????
Un vero e proprio interrogatorio……. E pretendono che io racconti tutta la mia vita…….
E poi…….. dopo svariati tentativi di pronunciare il mio nome mi dicono….
Ma è un nome brasiliano???? E la traduzione in italiano?????
– Non esiste…. Thais è il nome di un’opera lirica….. Thais di Massenei….
E perche’ i tuoi genitori hanno messo questo nome???
Dopo di che… e a questo punto sono talmente nervosa che dico. Devo andare
Arrivederci……. (magari mai più)….
Questa è la mia esperienza….
Serve solo un po’ di buon senso…. il piacere viene con il tempo……. ma tu dev’essere piacevole…
Un abbraccio.
Thais
eh…. Thais… mi hai fatto sorridere.. ma posso ben immaginare il nervoso..
altro che “bio-ring”!!!
ciao
elisa
Ecco, adesso faccio un perfetto copia e incolla di tutta la parte che riguarda le presentazioni e la mando via mail al mio compagno….lui ha tantissimi parenti e ogni volta che c’é un’occasione dove si riuniscono io sono sommersa da persone che non ri/conosco, a volte viste di sfuggita all’occasione precedente, a volte proprio mai viste…e lui non me li presenta miao!!! Anzi, spesso se ne esce tranquillo dicendo: ma come non ti ricordi? Vi siete gi‡ visti no?!
AAAAARRRRGGGHHHHHHH
Comunque post molto interessante 😉
proprio un grande il tuo lui… “ma come non ti ricordi?” è proprio la cosa più giusta per non metterti in imbarazzo, vero???
ciao cara!!
elisa
E invece…io ho il brutto vizio di dirlo sempre piacere, pur sapendo che il galato non lo prevede, non solo, sbaglio pure in inglese preché mi riferisco sempre con nice to meet you!!!
Grazie per questo bel post, a presto, Manu
a te!
ciao
elisa