Cosa vedere, cosa fare, nelle Langhe piemontesi, tra borghi, vigneti, colline e ottimi ristoranti: ecco un itinerario per 3 giorni nelle Langhe! Una delle zone più belle del Piemonte e dell’Italia intera, che dal 2014 è Patrimonio Unesco.
Un paesaggio meraviglioso, compreso tra le province di Cuneo e Asti, luoghi ideali per un qualche giorno all’insegna della serenità, della vacanza slow.
Colline dolci, ricoperte di vigneti senza soluzione di continuità, con piccoli borghi, castelli e torri arroccati su ogni colle.
Ho trascorso qualche giorno in questa zona, dopo tanti tanti anni che ci mancavo, per festeggiare il mio compleanno con un’altra famiglia, cari amici e amanti come noi, dei bei posti da visitare e della buona cucina e buoni vini da gustare.
E le Langhe non potevano che essere meta migliore.
Siamo stati nella Langa Bassa, concentrandoci proprio sulla Langa del Barbaresco e su quella del Barolo visitando borghi, cantine e abbiano degustato tanti piatti ottimi della tradizione.
Muoversi nelle Langhe
Per raggiungere le Langhe, ma soprattutto per muoversi tra le colline e i borghi, l’automobile/moto è decisamente la soluzione di trasporto consigliata.
Ho suddiviso le visite nelle Langhe in 3 giornate, quindi in 3 itinerari che potete tenere come riferimento. Le distanze tra i paesi sono piccole, ma le strade sono tutte un sali e scendi tra le colline, tra panorami mozzafiato fino alle Alpi, che vi costringeranno a numerose soste e deviazioni.
Noi partivamo dalle colline di Dogliani, in ogni caso credo che scegliere un paese o un’altro sia abbastanza indifferente perché, comunque, si deve girare.
Alla fine dell’articolo vi suggerirò anche un altro itinerario tra Langhe molto originale, sicuramente perfetto se viaggiate con i bambini!
Poi alcune indicazioni su ristoranti della tradizione da non perdere e un suggerimento di cantina da visitare.
Itinerario 1: i borghi della Langa del Barolo
La Morra, belvedere e cappella del Barolo
Il borgo di La Morra è un piccolo gioiello. Dai parcheggi si sale lungo le stradine verso il cuore del centro storico fino ad arrivare a Piazza Castello che si apre su una terrazza panoramica da cui si può, con un solo sguardo, vedere tutta la regione delle Langhe.
Vi consiglio di andare poi verso la località Brunate, ad un paio di chilometri da la Morra, e raggiungere con una breve camminata (discesa e salita, circa 1 km) la piccola cappella, mai consacrata, di SS. Madonna delle Grazie, famosa come Cappella del Barolo. Vi consiglio di parcheggiare in Via Regione Annunziata.
E’ una chiesetta costruita nel 1914 per dare riparo dal maltempo ai contadini che lavoravano le vigne. Nel 1999, dopo parecchi anni di abbandono è stata completamente restaurata dagli artisti Sol LeWitt e David Tremlett, che l’hanno trasformata in un vivacissimo esempio di arte contemporanea, facendola diventare una delle attrattive più note e fotografate delle Langhe.
Il borgo di Monforte
Monforte d’Alba è un borgo delle Langhe che da luglio 2018 fa parte dei Borghi più belli d’Italia. Deve il suo nome al castello che nell’Alto Medioevo sorgeva sulla sommità del colle “Mons Fortis”.
Una serie di strette stradine salgono fino alla sommità del borgo tra scorci sulle Langhe e casette colorate, un borgo di origine antica le cui tracce pare risalgano all’epoca romana.
Il borgo è un susseguirsi di palazzi nobiliari e borghesi, un vero gioiello che, unito al panorama circostante, rende Monforte d’Alba una chicca imperdibile durante una visita nelle Langhe.


Le stradine ripide salgono fino alla sua piazza e al famoso anfiteatro naturale a cielo aperto, ricavato dalla pendenza morfologica del terreno.
Inaugurato nel 1986 dal pianista Mieczyslaw Horszowski, l’anfiteatro ha un’acustica perfetta ed è sede di numerosi eventi culturali, rappresentazioni teatrali, proiezione di film, concerti. Nel mese di luglio qui si svolge la manifestazione più rinomata del borgo, il celebre “Monforte in Jazz”.
Nell’anfiteatro si trova anche la torre campanaria, unico resto a testimonianza dell’antica chiesa medievale andata distrutta.


Nella parte bassa della cittadina, l’edificio più interessante da visitare è la Chiesa della Madonna delle Neve con la sua scalinata, un edificio neo-gotico costruito nei primi decenni del ‘900.

Shopping a Monforte d’Alba:
- Vi consiglio di andare a “Le bancarelle di Elisa” in Via Marconi 6, una piccola realtà tutta dedicata alla regina del territorio: la nocciola Tonda Gentile delle Langhe. Trovate veramente tante specialità, dalle nocciole tostate, alla confettura/crema di nocciole, all’olio, ai cracker, biscotti e torte: gran qualità, solo a base nocciole.
- Se volete fare acquisti di altri prodotti locali, vi segnalo anche il Market Reddolo, in via Palestro 12, dove trovare sia i prodotti della famiglia Roddolo che di altri buoni produttori piemontesi. Dal vino di Langa e Roero alle nocciole tonda gentile, dal riso alla polenta, dai salumi ai formaggi di Langa, farine artigianali, dall’olio taggiasco della Liguria a quello di Nocciola, dai Biscotti di Meliga ai plin e tajerin freschi.
Itinerario 2: nelle Langhe del Barbaresco
Neive, borgo medievale
Anche il piccolo borgo medievale di Neive è inserito nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia, fra Barbaresco e Castiglione delle Lanze, a poco più di 10 km da Alba.
Neive è la terra dei quattro vini (Barbaresco, Barbera, Moscato e Dolcetto) nonché la sede di alcuni dei migliori viticultori e produttori di vino delle Langhe.
Arrivando a Neive in auto dalle colline di Barbaresco si gode di una delle viste più emozionanti sui vigneti delle Langhe. Nel periodo che l’abbiamo vistiate noi, inizio novembre, le foglie della viti erano tutta una sfumature dal verde al giallo acceso, dal marrone al rosso, susseguendosi a macchie in base all’esposizione al sole.
La parte più antica del paese di Neive fu edificata su di un poggio ed è rimasta praticamente intatta: le stradine acciottolate costeggiano pregevoli palazzi in cotto, chiese, portando a punti panoramici sui vigneti di Dolcetto e Nebbiolo che fanno sì che questo piccolo borgo sia un vero gioiellino.
Da vedere il Palazzo del Municipio, con lo stemma comunale, la Torre dell’Orologio, la chiesa dei SS. Pietro e Paolo e la chiesa dell’Arciconfraternita di San Michele.
In piazza Vittorio Veneto, all’ingresso del borgo c’è un piccolissima caffetteria/enoteca, molto carina. Consiglio di entrare per un buon caffè prima di iniziare la visita!
Barbaresco e la sua torre
A pochi chilometri da Nieve, c’è il borgo di Barbaresco, con il suo centro medievale nella parte più alta della collina dominata dalla Torre di Barbaresco, la più grande torre medievale di tutto il Piemonte e simbolo del borgo, ora restaurata e visitabile, che permette una vista unica dai suoi 36 metri di altezza su Barbaresco, Barolo, Neive e sul fiume Tanaro, sui i castelli della zona che formano la rete difensiva, e sulla meravigliosa natura, tra colline, vigneti fino alle Alpi.
Alba, nel cuore nelle Langhe
La città di Alba è situata al centro del territorio delle Langhe, ricca di testimonianze della sua origine romana e del suo passato medievale, tra chiese, torri e strade lastricate.
Attraversando il corso principale si arriva in Piazza Risorgimento, dove si trova la cattedrale di San Lorenzo, con una sobria facciata in cotto in stile romanico-gotico, ma all’interno caratterizzata da una commistione di stili che spaziano dal neogotico al barocco, con suggestivi effetti di scuro e penombra e una bellissima volta a crociera dipinte di blu.


Piacevole la passeggiata tra le sue vie, ammirando i palazzi, le vetrine della pasticceria Cignetti (che dovrebbe riaprire in primavera 24 con Iginio Massari) o entrando nei negozi di specialità gastronomiche e di vini.
Se poi, come noi, vi trovate da queste parti tra ottobre e novembre non perdetevi la Fiera internazionale del tartufo Bianco d’Alba, che iniziò nel 1929 come “Fiera mostra campionaria a premi dei rinomati Tartufi delle Langhe”, inserita nei festeggiamenti della Festa Vendemmiale.
E’ l’evento principale di Alba, uno dei più importanti appuntamenti per la città e vetrina mondiale per Langhe, Roero e Monferrato. Un mese all’insegna di eventi, rievocazioni, mercati, show cookie, laboratori anche per bambini.
Essendo Alba la capitale del tartufo non si può non fermarsi a gustare almeno uno dei piatti tipici del luogo serviti con questa eccellenza italiana! A fine articolo vi suggerisco un ristorante.
Itinerario 3: nelle Langhe tra castelli e Barolo
Serralunga d’Alba
Altro centro che non si dovrebbe perdere durante un giro nelle Langhe è Serralunga d’Alba, borgo medievale praticamente intatto e il suo castello, restaurato da Luigi Einaudi e oggi è uno dei pochi castelli visitabili delle Langhe.
Una strada acciottolata sale verso il castello che si differenza dagli altri, più squadrati ed imponenti come quello di Grinzane Cavour, per la sua forma slanciata verso l’alto.
Questo castello non era stato costruito come residenza nobiliare ma come fortezza, presidio militare e centro di controllo sulle terre circostanti. Le sale sono, quindi, molto spoglie, senza tanti arredi, ma comunque molto affascinante.
Particolari le torri angolari della fortezza che hanno tutte forme e altezze differenti, questo perché si pensava potesse essere un modo per non rendere il castello troppo riconoscibile, avendo profili tutti diversi.
Qui il sito del Castello di Serralunga d’Alba.
Il castello di Grinzane Cavour
Il paese di Grinzane Cavour, dominato dal castello medioevale, si trova a 6 chilometri da Alba, sulla strada verso Barolo e Monforte. E’ un luogo magico che oggi è riconosciuto come patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO.
Questo castello ospitò per circa vent’anni il Conte Camillo Benso di Cavour, che fu sindaco di Grinzane Cavour dal 1832 al 1849. Interessante il video ad inizio visita che racconta quanto fu importante, direi fondamentale, il suo interesse verso la viticoltura e all’implementazione dei sistemi di coltivazione, che ha dato il via a quello che è oggi questa zona.
Nel castello si può visitare l’Enoteca Regionale Piemontese e il Museo Etnografico della Langhe, con le fedeli ricostruzioni degli ambienti privati dell’epoca come la cucina dell’Ottocento e di alcuni luoghi pubblici come osterie e botteghe dell’epoca, oltre a poter visitare alcune stanze in cui lavorò e visse Cavour e alcuni sui cimeli.
Bellissimo il giardino e soprattutto la vista sui vigneti delle Langhe sottostanti. Qui il sito del castello di Grinzane Cavour.
Barolo e i suoi musei del vino
Barolo è un’altro piccola chicca nel cuore delle Langhe, posto su di un piccolo altopiano a forma di sperone, le cui origini risalgono all’Alto Medioevo: il nucleo originario del castello fu infatti eretto da Berengario I, come difesa dagli attacchi dei saraceni.
Nel 1250 la famiglia Falletti, potenti banchieri, acquisì tutti i possedimenti di Barolo dalla vicina Alba segnando il destino della zona di Barolo.
A Barolo si può visitare il WiMU, l’innovativo museo del vino, all’interno del Castello Falletti, molto interessante e particolare, inaugurato nel 2010, che deve molto del suo successo alla genialità del suo curatore, François Confino, specialista in allestimenti museali (ha allestito anche il museo del Cinema alla Mole Antonelliana).


Molto interessante anche il piccolo museo dei Cavatappi. Nelle teche sono raccolti circa 500 cavatappi di varie epoche, una curiosa collezione che ci permette di ripercorrere la storia e i cambiamenti di questo utensile.
I primi esemplari risalgono al 1600 ed erano usati soprattutto per aprire bottigliette di profumi, di medicinali e d’inchiostro. Cavatappi in ferro, legno e bronzo, per poi arrivare a pregiati modelli in oro, madreperla e avorio. Cavatappi da banco e pezzi tascabili; poi i primi cavatappi “pubblicitari”, decorati da scritte e loghi.
shopping: vi segnalo a barolo la panetteria dei fratelli Cravero, con la loro artigianale produzione di specialità dall’antica tradizione piemontese come i loro famosi grissini stirati a mano, ma anche foglie di grano, torte di nocciola, paste di meliga (ottime!!) , pasta all’uovo.
Un itinerario originale: le panchine giganti nelle Langhe
Un’altra idea originale di itinerario potrebbe essere quello che vi porta alla ricerca delle panchine giganti disseminate nel territorio delle Langhe.
La prima Big Bench, panchina gigante, è nata nel 2010 per mano del designer americano Chris Bangle con un gruppo di amici, a Clavesana (CN).
Alla base del progetto c’era un’idea semplice e fabiesca, ovvero quella di voler tornare piccoli e guardare con occhi da bambini l’immenso panorama delle Langhe, e poter osservare da una nuova prospettiva.
Da questa semplice e geniale idea è nato un vero e proprio progetto: Il Big Bench Community Project, un’associazione no profit pensata per promuovere il territorio.

Queste panchine di grandi dimensioni e vivaci colori si trovano sparse nel territorio delle Langhe, generalmente fuori dai percorsi più turistici, proprio per far scoprire luoghi nuovi.
Come vi dicevo può essere un divertente itinerario alternativo, una sorta di caccia al tesoro da fare anche con bambini. E possibile collezionare i timbri di ogni panchina sul un Passaporto BBCP dedicato. Ogni timbro riporta il logo delle Grandi Panchine ed il nome del paese in cui sono situate.
Trovate tutte le informazioni, l’elenco dei luoghi dove trovare le panchine e anche dei negozi dove farvi fare i timbri sul sito Big Bench Community Project,
Visita ad una cantina del Barolo
Un’esperienza da fare per conoscere in profondità questo territorio è senza dubbio quella di una visita in cantina. Veramente interessante ascoltare la voce di chi la storia del vino delle Langhe l’ha vissuta dall’inizio, scoprendone così tutte le vicissitudini.
Di cantine ce ne sono tantissime e ognuna ha le sue peculiarità. A noi hanno suggerito di visitare la Cantina di Mauro Veglio a La Morra, e ne siamo stati molto soddisfatti.



Una storia che inizia a metà Novecento, quando Angelo Veglio, mezzadro e agricoltore, decide di investire sui vitigni autoctoni acquistando la sua prima vigna in località Gattera, in Frazione Annunziata di La Morra.
Agli inizi l’azienda agricola è votata principalmente alla produzione di vino sfuso e di pronta beva, venduto in damigiana, ci racconta Daniela, moglie Mauro, uno dei 3 figli del fondatore, che è entrato giovanissimo alla guida dell’azienda e che intuì l’importanza di scommettere sul Barolo in un’epoca in cui il vino nelle Langhe era ancora sinonimo più di fatica che di guadagni.
Ma sono anni importanti per il futuro del vino delle Langhe, grazie ai produttori che fanno squadra, si scambiano conoscenze, tecnologie e consigli, sia aiutano, spinti dalla volontà di evolvere e valorizzare il frutto del loro lavoro. Credono in un profondo rinnovamento del modo di vinificare il Barolo: non più bottiglie rustiche e impolverate, ma vini puliti, pronti, con una maggiore estrazione polifenolica e un uso misurato delle botti piccole.
L’esempio francese della Borgogna e lo scandalo del metanolo sono uno spartiacque nel segno della qualità, ci racconta Daniela, finché degustiamo in una bellissima sala con vista su vigneti: si inizia così ad eliminare i concimi chimici, a decidere per rese più basse per ottenere uve più sane e mature e ad avere una grande attenzione alla pulizia nei processi di cantina.
Daniela ha più volte sottolineato come l’unione, l’aiuto tra produttori della zona siano stati fondamentali per far sì che il Barolo diventasse il protagonista nel mondo enologico a livello internazionale, che è ora.
La famiglia Mauro Veglio oggi produce sei Baroli e altri vini rossi, i più tipici della Langhe, come Dolcetto, Langhe e Barbera, che abbiamo degustato con gran soddisfazione.
Alcuni ristoranti da non perdere nelle Langhe
Tantissime le proposte tra ristoranti, osterie, trattorie ed enoteche in questa zona, dove si mangia e beve veramente bene. Ve ne indico alcuni in cui siamo stati e dove ritornerei.
La Morra | Vineria sociale
Ci siamo stati a pranzo, il primo giorno, per un veloce ma doveroso assaggio iniziale delle specialità langarole! Una piccola vineria in pieno paese a due passi dalla chiesa, dove hanno anche un piccolo dehors.
Abbiamo ordinato una bella selezione di piatti che abbiamo condiviso, dai taglieri alla tartare, al vitello tonnato, ad esempio. Molto soddisfatti. Vineria sociale.



Monforte d’Alba | Trattoria della Posta
Una storia che inizia nel 1875, quando il bisnonno dell’attuale proprietario aprì a Monforte d’Alba un punto di ristoro e stallaggio per i viaggiatori. Oggi è un punto di riferimento della ristorazione tipica langarola.
Da una ventina di anni il locale si è spostato in una bellissima casa di campagna, fra le colline (località Sant’Anna), un ambiente raffinato ma sempre legato alle tradizioni. Nella bella stagione si può godere anche di una terrazza panoramica.
Dalla cucina escono grandi piatti classici del territorio langarolo e monfortino in particolare, antichi sapori e semplicità.






Monforte d’Alba | Le case della saracca
Locale molto originale, con un’atmosfera particolare , tra mura di pietra, grotte scavate, vetro e acciaio.
Si gustano deliziosi piatti della cucina tradizionale, ottimo il tonno di coniglio, la tartare di fassona, ma anche tomini e uova al tartufo, tajerin e plin… e anche i dolci!
Insomma, consigliato!
Il ristorante ha anche un proprio negozio di alimentari all’interno, con vendita di prosciutti, salsicce, formaggi.
Ci sono anche delle camere dove soggiornare, in un’atmosfera da medioevo.



Alba | Ristorante Enoclub
Si trova in Piazza Michele Ferrero, alle porte della zona pedonale di Alba. Ottimo ristorate in una scenografica cornice di un’antica cantina sotterranea. Si ritrovano i piatti della tradizione delle Langhe e, ovviamente, la possibilità di degustare alcuni piatti con il tartufo bianco di Alba, come la carne cruda di Razza Piemontese con Tartufo Bianco d’Alba, i Tajarin “30 tuorli“ al burro d’alpeggio con Tartufo Bianco d’Alba o le uova Bio al tegamino con Tartufo Bianco d’alba.
C’è anche il bistrò “enoteca Caffè Umberto” al piano terra, più informale. Sul sito potete vedere le due opzioni.



Per qualsiasi altra informazione, potete lasciare un commento o scrivermi, vi risponderò e spero di potervi essere d’aiuto.
Ciao!
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2 comments
sempre complimenti per le tue interessanti escursioni e dettagliati racconti anche sull’ esperienza gastronomica e le tue ricette mai banali
Grazie mille Anna!
elisa