Sospesa tra arte contemporanea e paesaggio naturale, la Lupa del Lagorai si alza nel silenzio a Vetriolo Terme, frazione di Levico Terme (TN), a circa 1 600 m di quota, sul monte Panarotta.
Frutto dell’ingegno dell’artista veneto Marco Martalar, la scultura è realizzata con gli scarti della tempesta Vaia del 2018: oltre 2000 pezzi di legno sradicato, radici e rami resi materia organica per raccontare una storia di rinascita, resilienza e radicamento.
La genesi dell’opera, dalla tempesta alla rinascita
Nel settembre 2022 Martalar ha completato la Lupa del Lagorai al Pian della Casara, dopo circa due mesi di lavoro in quota, su incarico del Comune di Levico Terme.
Dopo il celebre Drago Vaia a Lavarone (la prima opera distrutta da un atto doloso nell’agosto del 2023, poi ricostruita con i resti carbonizzati), il per il Cervo di Vaia a Millegrobbe (TN) sull’Alpe Cimbra e l‘Aquila di Vaia in Marcesina (TN), anche questa scultura diviene simbolo di una rinascita artistica e territoriale, grazie al riciclo creativo del legno degli alberi abbattuti da un evento atmosferico estremo.
Il 29 ottobre del 2018 un uragano con venti oltre i 200 Km/h si è abbattuto sulle montagne del Trentino e del Veneto. Un evento meteorologico estremo che ha colpito milioni di alberi, con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine.
La tempesta porta il nome di Vaia Jakobs, manager di una multinazionale tedesca. Il suo nome si è reso immortale dopo che suo fratello Skouras, nel 2017, per farle un originaleregalo di Natale, lo regalò all’Istituto di Meterologia dell’Università di Berlino per poterlo assegnare in modo casuale a uno specifico evento.
In realtà Vaia è un nome di pace e non di guerra. In greco significa foglia di palma, e simbolicamente rappresenta la vittoria, la rinascita, l’immortalità e, in ambito cristiano, la vittoria sul peccato e la vita eterna. La foglia di palma è anche associata alla pace, alla protezione e, in alcune tradizioni, alla vita stessa, essendo vista come un simbolo di rigenerazione.



Il luogo e l’esperienza
Situata in una radura dove un tempo sorgeva il bosco, la lupa domina il panorama sulla Valsugana e i laghi di Levico e Caldonazzo, regalando viste spettacolari all’alba e al tramonto: ogni stagione esalta l’opera in modo diverso, in inverno, il candore avvolge la scena e in estate e primavera tra il verde dei prati e dei fiori.
Questa lupa è, quindi, un simbolo di rinascita, costruita da ciò che la tempesta ha distrutto, è l’emblema del potere del bosco di rigenerarsi grazie anche all’arte.
Il legno non è solo a chilometro zero, ma a metri zero, perché utilizzato direttamente dai boschi devastati.
Marco Martalar


Con più di 6 metri d’altezza, la lupa del Lagorai rappresenta anche un richiamo alla fauna selvaggia: il lupo è un animale tornato a popolare i monti trentini, portando con sé un messaggio di convivenza tra uomo e natura, trasformando antichi timori in possibile armonia, ma intende richiamare l’attenzione su un ritorno attivo della natura, che chiede rispetto e convivenza.
Si tratta di un’opera effimera, perchè non essendo trattata né verniciata, la scultura è destinata a modificarsi col tempo, integrandosi con l’ambiente circostante e, un giorno, dissolvendosi naturalmente: è arte viva, in perenne dialogo col contesto . Una Land Art destinata a correre il rischio del tempo per ritornare alla terra.
Come raggiungerla la Lupa del Lagorai
Non è complicato raggiungere la scultura della Lupa del Lagorai, arrivando a Vetriolo Terme da Levico Terme (TN).
Si arriva al parcheggio che si trova di fronte al boutique hotel Nif – Alpine Taste (tra l’altro dove fermarsi anche per una colazione o per mangiare uno dei loro strepitosi panini gourmet o, come abbiamo fatto noi, trascorrervi anche qualche notte per un’esperienza completa- per soggiornarvi “adults only”).
Il piazzale del parcheggio è un punto di partenza molto noto per parapendisti e deltaplanisti: la vista sulla valle sottostante è mozzafiato.
Il Percorso a piedi
Alla destra dell’hotel, ben segnalato, parte il sentiero carreggiato sterrato di circa 1 km, con un dislivello di circa 100 m, facilmente percorribile in 15–20 minuti a piedi. Nessuna difficoltà: ideale anche per famiglie, bambini, a patto di indossare scarpe adeguate.



Se si vuole fare una escursione più impegnativa
Arrivati alla lupa la passeggiata può procedere con un percorso ad anello verso Cima Panarotta, salendo fino ai 2000 m. Un sentiero di media difficoltà, di circa 10 km e circa 600 metri di dislivello positivo, molto panoramico, dove si notano ancora aree boschive rase al suolo.
Dalla lupa, con il segnavia 309, si arriva a malga Masi dopo circa 40 minuti, si sale poi al valico “la Bassa” e poi si arriva, con la salita più impegnativa, a Panarotta a 2002, con paesaggi e panorami stupendi.
Da qui si scende allo chalet Panarotta per prendere un sentiero che taglia fino a vetriolo, segnavia 308. Quando lo abbiamo fatto noi, giugno 2025, non era praticabile per troppi arbusti. Quindi abbiamo fatto un giro più ampio, arrivando allo Chalet e proseguendo per le piste da sci, per poi scendere a Vetriolo Terme. L’anello si può fare anche nell’altro senso.




Lupa del Lagorai: info utili
- Località: Pian della Casara, Vetriolo Terme (LV), Monte Panarotta, Levico Terme (TN), quota 1600 m
- Distanza/parcheggio: parcheggio Nif – Alpine Taste, segnaletica sentiero circa 1 km, 15–20 min.
- Quota/dislivello: 100 m di salita, nessuna difficoltà tecnica
- Escursioni alternative: anello fino a Cima Panarotta, circa 10 km e 580 m dislivello
- Periodo consigliato: tutto l’anno (primavera, autunno e inverno offrono atmosfere particolari. In inverno da Levico terme parte una navetta per giungere fino a vetriolo)
- Raccomandazioni: turismo consapevole, rispetto ambientale, equipaggiamento adatto
La Lupa del Lagorai rappresenta energia palpabile, memoria e rigenerazione: un’installazione vivente che parla di devastazione e rinascita, di bellezza e vulnerabilità. Raggiungerla significa immergersi in un dialogo tra arte e paesaggio, camminare tra i segni del Vaia e lasciarsi stupire da un capolavoro eco-artistico destinato a mutare nel tempo.
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