Un viaggio a Bali, tra templi, spiagge, risaie terrazzate e rigogliose foreste tropicali è spesso tra quelli più desideri e sognati.
Bali non è uno Stato a sè, ma è un’isola che fa parte dell’Indonesia, è una delle 17.000 dell’arcipelago indonesiano. Bali è però la meta più visitata di tutta l’Indonesia, si calcola che venga scelta dal’80% dei turisti.
Bali affascina per la cultura, per la spiritualità, per la natura, per i colori, per il loro modi di vivere, però dobbiamo anche essere consapevoli che non è più il paradiso di qualche decennio fa. L’uomo è entrato troppo prepotentemente, lasciando anche qui non un gran bel segno.
La nostra Bali, estate 2024
Il nostro viaggio a Bali è dell’estate scorsa (fine luglio 2024): siamo stati 15 giorni, per poi spostarci a Singapore.
Volevamo una viaggio all’insegna dello slow-travel, quindi visitare sì luoghi nuovi ma anche riposarci. Non abbiamo fatto un viaggio itinerante, come lo erano stati le nostre mete precedenti in Giappone, Canada, Namibia, ma abbiamo individuato un paio di località come base, come punti di partenza per le varie escursioni giornaliere:
- Ubud, la città principale di Bali
- Uluwatu, a sud di Bali, nella penisola del Butik, per stare al mare
Ubud è una meta imperdibile per chi visita Bali, soprattutto la prima volta, proprio come punto di partenza per poter muoversi facilmente in tutti i suoi dintorni.
Anche il soggiorno al mare, nella zona di Uluwatu si è rivelato una buona soluzione, con la possibilità di vedere diverse spiagge, di varie tipologie e anche molto belle, devo dire.
Così facendo, abbiamo però decisamente scelto due delle zone più turistiche dell’isola.
Ma Bali è “grande” e ci sono sicuramente tante altre aree dove il turismo di massa, con tutte le conseguenza che ha portato, non sono ancora così presenti.
In questo articolo vi racconto cosa mi è piaciuto e cosa meno del viaggio a Bali, mentre in quest’altro articolo trovate un riepilogo di cosa abbiamo fatto e visto durante la vacanza in queste due zone: 15 GIORNI A BALI: COSA FARE NELLE ZONE DI UBUD E ULUWATU.
Detto questo, Bali nel complesso mi è piaciuta, ma penso che l’avrei sicuramente preferita com’era 30 anni fa.
Sicuramente è un’isola che si fa amare vivendola piano piano e che possa ancora offrire qualcosa in più di quel che sono riuscita a vedere io. Ora ve la racconto in 10 punti, senza un ordine preciso, ricordi e sensazioni.
1) Cosa sta succedendo a Bali oggi
Bali è un paese in via di sviluppo dell’Indonesia, con una carenza di infrastrutture ed un’economia incerta, e oggi anche meta oggetto di overtourism.
A Bali è veramente forte l’impatto che sta avendo il turismo di massa, le multinazionali, la costruzione dei resort di lusso e lo stile di vita degli occidentali che hanno già portato ad un cambiamento importante nella vita e cultura balinese.
Questo per avvisarvi che se deciderete di fare un viaggio a Bali è importante capire il momento storico che sta vivendo, quella che è Bali oggi, per poter vivere coscientemente il viaggio, senza delusioni, oppure decidere di intraprendere un itinerario in zone meno battute, se si vuole cercare un po’ più di pace o autenticità.
L’eccesso di turismo e la costruzione di strutture per l’accoglienza sta danneggiando principalmente il paesaggio, con scogliere che vengono fresate per creare dei canyon per accedere al mare agevolmente, e cantieri di resort e ville in ogni dove.

Questo sta portando, ovviamente, benessere e lavoro per i locali ma anche altri problemi importanti come quello relativo alla difficoltà di smaltimento dei rifiuti, dell’aumento dell’inquinamento e del traffico. Molti agricoltori balinesi, inoltre, si sono trovati a doversi spostare verso zone più aride a nord dell’isola per lasciare il posto allo sviluppo turistico delle zone più a sud, che sono anche le più fertili.
2) La meravigliosa ospitalità balinese
L’ospitalità è sicuramente un aspetto che, chiunque abbia visitato Bali, non mancherà di ricordare positivamente. Il senso di accoglienza che ha questo popolo è senza dubbio una belle cose più belle e affascinati della vita su quest’isola. Il popolo balinese è il cuore pulsante qui: sono disponibilissimi sempre e con un sorriso vero sul viso.
La cortesia è quasi commovente, sono persone dolcissime anche con gli sconosciuti, trasmettono una calma incredibile.
3) La spiritualità c’è, ma si fa fatica a vedere
L’Indonesia è il più grande Paese musulmano del mondo, ma Bali è induista, tanto da essere chiamata l’isola degli dei.
Questa è anche una delle ragioni per cui Bali viene spesso preferita ad altre isole indonesiane, proprio per la sua forte spiritualità, un aspetto molto caratterizzante.
C’è una loro tradizione religiosa che non può passare inosservata: ovunque, su tutti gli ingressi delle case, dei locali, lungo le strade, sui marciapiedi, nelle spiagge, troverete i canang sari, ovvero dei piccoli cestini di foglie di palma intrecciati a mano come offerta votiva di fiori colorati, disposti con un ordine preciso, ma spesso anche arricchiti con altri beni, come acqua, riso, caramelle.
Vengono fatti ogni giorno. Ogni giorno anche nelle ville dove alloggiavamo noi, venivano a posare queste offerte all’ingresso e lungo le grandi vetrate che davano all’esterno.
Non sono, invece, riuscita a percepire una grande spiritualità nei templi, durante i riti di purificazione ad esempio, ma questo perchè anche questi riti sono diventati un’attrazione turistica. Ho visto tante persone/turisti vestirsi coi sarong dei rituali, immergersi nelle acque per farsi fare delle foto e questo mi ha un po’ disturbato, impedendomi così di percepire quell’energia che sicuramente questi luoghi hanno, quando sono vissuti per questo.
Ho letto che alcuni templi sono stati chiusi ai turisti, nella zona di Ubud, proprio a causa della mancanza di rispetto di certe categorie di visitatori.
Sono altrettanto certa che visitando templi meno famosi, meno vicini alle zone più turistiche (come è per la zona di Ubud) la situazione possa essere decisamente diversa e, quindi, più coinvolgente.
4) Che natura, un’esplosione di colori!
La natura è quello che sicuramente mi ha colpito di più. Bali si trova al limite della linea di divisione biologica tra il continente asiatico e l’Oceania ed è caratterizzata da un ecosistema molto vario e rigoglioso: vegetazione tropicale, vulcani attivi e fauna selvatica che la rendono perfetta per un viaggio a contatto con la natura.
In un viaggio a Bali puoi trovarti in giro di poche ore ad attraversare una foresta di mangrovie, una giungla pluviale rigogliosissima, oppure a nuotare in una barriera corallina o a fare trekking sui vulcani ancora attivi o un bagno rigenerativo ai piedi di una cascata.
Grazie al clima tropicale il verde è lussureggiante: risaie verdissime a perdita d’occhio (in ogni periodo dell’anno si possono vedere i diversi stadi della coltivazione del riso, perché è sempre di stagione), bambù, banani e palme da cocco sono la vegetazione più comune.
E poi fiori coloratissimi: ibiscus, bouganville, oleandri, frangipani, gelsomini, gigli d’acqua, orchidee e ortensie ovunque,
Stupenda!
4) Mare meta di surfisti da tutto il mondo, ma non solo
Devo dire che il mare mi ha sorpreso in positivo, oltre ogni aspettativa.
Mi è sempre stato detto che non si va a Bali per il mare: è un oceano, meta sognata dai surfisti che la raggiungono da ogni parte del mondo, proprio per le sue famose onde, ma meno adatta per chi vuole fare bagni tranquilli.
Questo è senza dubbio vero, alcune spiagge hanno un mare molto “violento”, dirompente, fragoroso, ma altrettanto, per me, affascinante! Ma non sono tutte così!
Ricordo la spiaggia di Nyang Nyang beach, ad Uluwatu, per me una delle spiagge più belle che abbiamo visto, ma sicuramente non con il mare adatto per un bagno rilassante, giusto qualche salto sulle onde in riva al mare. Ma un mare grandioso, con solo un paio di surfisti molto molto esperti che cavalcavano le onde! Uno spettacolo!
Ma è anche vero che si sono altre spiagge con mare molto più tranquillo, con la possibilità di nuotare, sguazzare, fare snorkeling e anche provare a surfure da principiante attendendo anche parecchi minuti una piccola onda.
Da tener presente anche il fenomeno della marea, a Bali molto forte: il mare si ritira/avanza in maniera importante ogni 6 ore, quindi è bene guardare i vari siti sulle maree per decidere in che spiaggia andare o in che orari è più adatta alle vostre esigenze, se si vuole nuotare o passeggiare sulla spiaggia.
Un fenomeno quello delle maree per me molto affascinante, le spiagge cambiano completamente aspetto in giro di poche ore! Ma può anche essere visto come un problema.


Io ho trovato una mare molto limpido, trasparente. Non mi è capitato molto spesso in giro per il mondo di vedere un mare da paragonarlo a quello della Sardegna che ritengo sia uno dei più trasparenti al mondo!
Anche per quanto riguarda le località di mare a Bali ci sono zone ad altissima affluenza turistica, ma ce ne sono anche altre decisamente più tranquille, zone famose per la movida e altre più attrezzate per vacanze in famiglia con bambini piccoli.
Ci son spiagge selvagge e ci sono spiagge molto più attrezzate, con beach club all’occidentale e piscine. Ci sono spiagge dove nuotare, spiagge dove surfare e spiagge dove fare snorkeling. Sta ad ognuno di noi scegliere quello che si preferisce.
6) Il traffico, bisogna farsene una ragione
Inutile negarlo, lo si percepisce fin da subito, appena si esce dall’aeroporto. Il traffico a Bali è importante, caotico, un delirio per noi occidentali!
Migliaia di motorini ovunque, ma anche tante auto, perché oggi è il nuovo status symbol per i balinesi.
Per l’aumento incredibile del turismo, in particolare in alcune aree (Ubud e dintorni, prima di tutto, ma la zona sud, tra Seminyak a Kuta in particola modo), nei periodi di più alta stagione (estate e Natale) le strade sono veramente congestionate.
Quindi vi troverete in determinate zone e orari a procedere a passo d’uomo, per chilometri. Anche questo è Bali. Tenetelo presente quando calcolate gli spostamenti perchè le strade sono a percorrenza molto lenta. Per andare ad una spiaggia che sulla cartina indicava 10 km, ci si poteva mettere anche un’ora!
Come l’ho vissuta io? Beh, devo ammettere che non mi ha stressato per nulla. Noi ci muovevano in auto con il driver (era un servizio che offrivano tutte e due le ville dove abbiamo alloggiato) e quelle ore trascorse in auto ci davano modo di chiacchierare con il nostro autista e scoprire così qualcosa di nuovo su Bali.
7) Un clima che non mi aspettavo
Non so se siamo stati fortunati, se abbiano trovato le due settimane ideali, ma una cosa che non mi aspettavo è stato il clima così perfetto!
Temperatura fissa sui 25/27° C, notte e giorno, ventilato, per nulla umido. Avremo preso 10 minuti di pioggerellina in 15 giorni. Non avrei potuto chiedere di meglio!
Il periodo tra aprile e ottobre è considerato il migliore per visitare Bali proprio perchè il clima è caldo e asciutto, quello da evitare è tra novembre e marzo perché periodo delle piogge. Ovviamente anche qui non si sono più le certezze di una volta. A noi è andata benissimo!
8) Se cerchi una Bali più vera? Allontanarsi dalle zone più turistiche
Un consiglio che mi sento di dare e che terrò presente se mai dovessi tornare a Bali e proprio quello di allontanarsi dalle zone più famose e, quindi, turistiche.
La più bella piantagione di riso non è più la più bella se piena di altalene e attrazioni turistiche; il tempio più bello ed emozionante non lo è più se pieno di turisti che si “travestono” per un selfie.
Negli ultimi anni sono state date tantissime concessioni per costruire soprattutto nella zona a sud, dove la cementificazione è notevole, stanno nascendo alberghi in ogni angolo, e si trovano anche eco mostri abbandonati a seguito di fallimenti delle imprese.
Io suggerirei di visitare zone meno note ma sicuramente più autentiche, se si vuole trovare ancor un po’ di essenza di Bali. Appena ci si allontana dalle zone più battute si trova il vero paesaggio, con le fitte foreste, le palme, le strade più libere, meno rifiuti, campi di riso con balinesi intenti a lavorare e piccoli market lungo la strada.
Bali va scoperta, pian piano, ne son certa, con calma, per ritrovare quell’energia che attira a Bali tante persone.
9) Bali, l’isola più instagrammabile
Bali è considerata una delle mete più instagrammabili in assoluto, e l’isola non si è tirata indietro. Ecco che ovunque si ritrovano cornici, cuori e scritte “I love bali” per fare foto da condividere sui social.
Nelle risaie a terrazze, abiti colorati con lunghe code da noleggiare per farsi immortalare con foto e video da un ragazzo che si offrirà, ovviamente a pagamento.
Oppure, ore di attesa per essere immortalati tra le famose porte del paradiso del tempio di Pura Lempuyang Luhur, riflesse sulle acque che in realtà acqua non è, ma si tratta di uno specchietto che il fotografo tiene sotto la fotocamera per creare questo strepitoso effetto.
Lo stesso vale per le bellissime cascate. Quelle più vicine a Ubud, sono caratterizzate da lunghe file di persone in acqua che attendono di farsi uno scatto ricordo sotto la cascata; ma basta allontanarsi un po’ -10 km- e si potranno vedere bellissime cascate, senza folla.


Un giro in altalena le nostre ragazze lo hanno fatto. Abbiamo scelto di andare nella “famosa risaia” di pomeriggio e così non abbiamo trovato coda, ma al tempio di Pura Lempuyang Luhur non ci siamo nemmeno avvicinati.
L’importante è sapere quello che si vuole trovare, cercare e, quindi, decidere cosa si vuole fare e cosa meno. Quando si è consapevoli non si resta delusi!
10) Un viaggio a Bali è per tutte le tasche
Ristoranti e luoghi dove soggiornare a Bali non mancano e, come in tutti i posti del mondo, in base al budget che si ha, si può scegliere la sistemazione migliore. Di sicuro il rapporto qualità/prezzo a Bali è molto buono e anche nella più semplice camera in affitto non mancherà pulizia e gentilezza.
Si possono trovare ancora i famosi homestay balinesi, ovvero camere in appartamenti privati, diffusissimi da sempre a Bali, anche a partire da 10 euro, fino ad arrivare ai resort lussuosissimi, delle catene più rinomate a livello internazionale. Ognuno fa la sua scelta.
Noi abbiamo optato per affittare due ville private nelle due zone scelte, Ubud e una Uluwatu, tramite Airbnb e ne siamo stati felicissimi. Vi consiglio di andare a vedere che soluzioni bellissime e che prezzi vengono proposti, considerando anche tutti i servizi che sono a disposizione (staff fisso, driver, chef at home, …)



Lo spesso vale per il “mangiare”:
Ci sono ristoranti per tutte le tasche, dalla trattoria al ristorante stellato: nei warum, le loro tavole calde a conduzione familiare, si mangia con pochi euro e si mangia pure bene.
Quindi c’ di tutto, per tutte le disponibilità e per tutti i gusti, visto che si trovano ristoranti anche di cucine diverse da quella locale.









Un viaggio a Bali è senza dubbio da tenere in considerazione tra quelli da fare nella vita, ma è importante approcciarsi all’isola con uno sguardo consapevole e realistico.
Poi da turisti, da viaggiatori, è bene essere sempre responsabili e rispettosi, fare un turismo sostenibile può essere l’unica via per far sì che questi paradisi non spariscano per sempre.
VI ricordo questo altro articolo 15 GIORNI A BALI: COSA FARE NELLE ZONE DI UBUD E ULUWATU dedicato più nel dettaglio a quello che abbiamo fatto e visto durante il viaggio!
ciao!
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