In Veneto è Pasqua solo se in tavola c’è la Fugassa veneta, la “focaccia”. Si può considerare un “pane dolce” pasquale, arricchito da vari ingredienti, come farina, zucchero, lievito ed uova.
A Pasqua, fugassa veneta
L’occasione di presentare questa ricetta tipica pasquale è la rassegna de L’Italia nel piatto, il cui tema di questo mese è “Pasqua e Pasquetta“.
Xe Pasqua! Xe Pasqua! Che caro che go, se magna ea fugassa, se beve el cocò.
È Pasqua! È Pasqua! Sono contento, si mangia la focaccia e si beve l’uovo
La tradizione di questi dolci è antichissima, risale alle prime feste cristiane in onore della Resurrezione di Gesù, celebrate sempre con grande solennità.
Il Veneto fece proprie molte tradizioni orientali, come, appunto, il pane dolce di Pasqua, reinterpretato poi dalle diverse comunità cristiane. In Veneto in maniera molto semplice.
Nasceva come dolce pasquale dei poveri che, per poter festeggiare, arricchivano l’impasto base del pane con uova, burro e zucchero, tutto in piccole dosi a causa dei costi, e lo cucinavano nel forno a legna.
Si narra anche che che questa “fugassa veneta” venisse preparata in occasione dei fidanzamenti e donati alla famiglia della futura sposa con dentro l’anello.
Taiadele, bo, vin tondo e fugassa
Tagliatelle in brodo di carne, vino corposo e focaccia, erano i piatti del menù tradizionale pasquale. L’uovo, simbolo di rinascita, era presente nelle tagliatelle, il bue era l’animale sacrificale a ricordo della passione del venerdì santo e la fugassa, rappresentava la vita e la rigenerazione, (la sua forma stessa ricorda il sole che dà vita).
Ora le tradizioni sono un po’ cambiate. Le tagliatelle in brodo sono state sostituite più spesso da risotti con le erbe spontanee, bruscandoli (luppolo selvatico), carletti, ortiche; il bue da capretti o agnello al forno. Le uova le ritroviamo spesso in accompagnamento con un bel piatto di asparagi bianchi di Bassano.
Ma la fugassa veneta non manca mai! Non è più un semplice pane condito, ma un vero e proprio dolce lievitato.
Per accompagnarlo in Veneto si trovano molti vini adatti: dal Prosecco superiore di Cartizze, al Moscato Fior d’Arancio dei Colli Euganei, il Recioto di Gambellara spumante, il Recioto di Soave.

E’ un dolce che richiede lunghe lievitazioni per ottenere questa pasta leggera e soffice. Viene poi cotta negli stampi rotondi o, a volte, anche in quelli da colomba, e poi una glassa in superficie a base di uova e zucchero in granella, e a volte anche mandorle.
Da noi si usa aromatizzare la fugassa veneta con una miscela di colore giallo oro, a base di oli di agrumi mescolata con una miscela di aromi in acqua, la spumadoro, un prodotto che segue ancora la ricetta originale dal 1940 di una pasticceria industriale di Castelfranco Veneto, la Fraccaro, che tra l’altro ho avuto modo di visitare un paio di anni fa con un interessante blog-tour nel trevigiano.
Può essere sostituito con buccia grattugiata di arancia e limone.
La fugassa veneta
Ingredients
- 250 g di farina 00
- 250 g di farina manitoba
- 70 ml di latte tiepido
- 4 uova intere medie a temperatura ambiente
- 12 g di lievito di birra fresco* (aumentate la quantità a 20 g se dovete ridurre i tempi e farla in giornata senza riposo notturno)
- 150 g di zucchero
- 100 g di burro temperatura ambiente
- 1 presa di sale
- 4/5 cucchiai scarsi di aroma spumadoro** (oppure buccia di arancia e limone grattugiata)
Per glassa semplice:
- qb latte
- qb burro
- 2 cucchiai di zucchero zucchero in granella
Alternativa per glassa più ricca:
- 1 albume
- 2 cucchiai di zucchero
- qb zucchero in granella
- qb mandorle
Instructions
Per il lievitino (ore 16.00)
- In un recipiente di vetro sciogliete il lievito di birra nel latte tiepido, con 20 gdi zucchero e 100 g delle farina che avrete mischiato. Formate la pastella coprite con della pellicola e lasciate riposare, fino al raddoppio (circa 1 ora) .
Primo impasto (ore 17.00 circa):
- Nel recipiente della planetaria, unite 200 g di farina, 2 uova e 80 g di zucchero. Aggiungete il lievitino e cominciate a lavorare il tutto con il gancio fino a che l'impasto inizia ad incordare.
- Unite 50 g di burro morbido a piccoli pezzetti e continuate a lavorare per circa 30 minuti, a bassa velocità, finché l'impasto sarà molto morbido e liscio.
- Formate una palla con l’impasto e mettete a riposare coperto, al caldo, finché non sarà raddoppiato (circa 1 ora 1 ora e 1/2).
Secondo impasto (ore 19.00 circa):
- Sempre nella planetaria, aggiungete la restante farina (200g), 50 g di zucchero e le 2 uova, il sale e gli aromi.
- Aggiungete l'impasto lievitato e cominciate a lavorare un'altra volta con il gancio, velocità 1, finché sarà bello liscio, e unite gli altri 50 grammi di burro morbido a pezzetti.
- Continuate a lavorare finché l'impasto sarà bello liscio, molto morbido ed elastico ma non appiccicoso. Ci vorrà un po' più di tempo, anche 45 minuti. L'impasto sarà pronto quando si staccherà in un unico blocco.
- Quindi rimettetelo a riposare, coperto con la pellicola, finché sarà raddoppiato. Io anche tutta la notte a temperatura ambiente (circa 20°C).
Ultima lievitazione (mattina successiva, circa ore 9.00):
- Sgonfiate l'impasto, formate una palla e mettetela nell'apposito stampo e lasciate ancora a lievitare in un posto caldo, coperto, circa 2 ore. L'impasto dovrà arrivare al bordo dello stampo. Lasciate l'impasto scoperto per 10-15 minuti in modo che si formi una leggera pellicola e con una lametta praticare un taglio a croce.
Glassatura e cottura (circa ore 11.00):
- Spennellate il dolce con la "glassa": per la versione più semplice spennellate con un po' di latte e mettete qualche pezzetto di burro poi cospargete con lo zucchero in granella o semolato.
- Per la versione più ricca montate a neve l'albume con lo zucchero, spennellate la superficie del dolce e cospargete di zucchero in granella e mandorle.
- Mettete in forno caldo statico a 170°C su una placca, a griglia possibilmente, e appena la focaccia si colorerà sopra coprite con un foglio di carta alluminio e portate a cottura finale. Ci vorranno circa 45-50 minuti, fate la prova stecchino e fatela raffreddare su una gratella.
- Una volta raffreddata potete conservarla per qualche giorno dentro ad un sacchetto di plastica per alimenti.
Notes
Trovate la ricetta anche nel mio libro “la mia cucina”: info qui!
Devo dire che questa volta mi è venuta particolarmente soffice, come credo si possa vedere anche dalla foto, sorprendendomi molto. I consigli di Morena del blog Menta e Cioccolato (link nelle fonti) sicuramente hanno giovato, ma probabilmente anche altri fattori e condizioni perfette esterni. Di solito la pasta mi viene un po’ più compatta ma, comunque, soffice e molto buona!!!

Questa è la mia proposta per “L’Italia nel piatto” per il mese di aprile, il cui tema è il “Pasqua e Pasquetta“. Di seguito quelle delle altre regioni.
fonti
- http://www.mentaecioccolato.com/2010/03/finalmenteeccola-lho-trovata-la-fugassa.html
- http://www.marcadoc.com/focaccia-veneta-o-fugassa-veneta/
- http://formineemattarello.blogspot.it/2013/02/focaccia-veneta-di-pasqua-fugassa.html
- www2.regione.veneto.it
ciao!

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26 comments
Conosco solo di nome la fugassa, purtroppo non ho avuto ancora il piacere di assaggiare questa bontà.
Sei stata bravissima a prepararlo e dalle foto si vede eccome quanto è soffice!
un abbraccio
Spesso si danno per scontate certe preparazioni perché siamo abituate a vederle sempre. Invece poi scopri che non è così, ed è un “abitudine” solo locale.
Grazie
elisa
Veramente bellissima, complimenti. Posso chiederti per quanti giorni si conserva perfettamente? Inoltre, consigli di aspettare qualche gg prima di tagliarla per fare fondere bene profumi e sapori? Grazie mille e ancora brava, brava brava. Catia
L’avevo già vista su Instagram, ma qui c’è di che rifarsi gli occhi mia cara Elisa! Che dire, ricetta fantastica eseguita da te in maniera perfetta…come sempre del resto! Un abbraccio e complimenti!
devo dire che è venuta veramente bene questa volta.. non è sempre così scontato, con i lievitati poi… !!
Grazie mille!!!
Ciao, abito anche io in Veneto, ma non conosco questa “fugassa” però è una bella scoperta 😉
Ma veramente??!! qui a Vicenza non c’è panificio, pasticceria, alimentare che non la proponga!!!
Beh, allora ti consiglio di provarla!!
ciao
elisa
Quando l’ho vista su facebook, sono rimasta a bocca aperta, incredibilmente bella, voglio provarla e difficilmente aspetterò la prossima Pasqua.
Un bacio Miria
ma infatti… non si deve aspettare Pasqua per le cose buone!!!!
ciao
Vorrei acquistare questo prodotto,puoi aiutarmi?
Anche tramite spedizione,abito a Bergamo
Ciao Claudio, è un prodotto artigianale che si trova in qualche buona pasticceria e forno vicentino.
Ciao Elisa! Complimenti per questa ricetta, vorrei provare a farla ma ho solo stampi da panettone da 1 kg, come modifico? grazie mille per la cortese risposta!
Ciao Marta,
grazie mille!
Senti, devi fare una proporzione con tutti gli ingredienti.
Praticamente aumentare tutto di 1/3.
Quindi 250 g per uno stampo da 1 kg diventano 333 g e così via.
Buona… fugassa!!!
cia
elisa
[…] ricetta arriva da qui ed io, come anticipato, ho ridotto la quantità di lievito di birra usando quello secco anziché […]
Ciao Elisa, complimenti, ho provato a farla lunedì, ora sono già alla 5a , su richiesta dei miei vicini in questi giorni di quarantena forzata
buonissima.. complimenti per la ricetta
Caspita marco, complimenti a te!!
Grazie!
🙂
Buonasera Elisa! Posso usare tutta farina 00?
Ciao Valeria, la farina Manitoba è un farina di forza, molto importante per un “gran lievitato”.
La farina 00, invece, è una farina più debole, molto raffinata.
Potresti provare a sostituirla con della farina 0, e magari aggiungere un po’ di lievito.
ciao
elisa
Ho provato a farla e devo dire un successo
Grazie veramente ottima ricetta della fugassa !!!
felicissima che ti sia piaciuta!!!!
ciao
elisa
Veramente bellissima, complimenti. Posso chiederti per quanti giorni si conserva perfettamente? Inoltre, consigli di aspettare qualche gg prima di tagliarla per fare fondere bene profumi e sapori? Grazie mille e ancora brava, brava brava. Catia
domande difficilissime!!! 😉
Perchè a casa nostra dura pochissimo!!
Conservala in una sacchetto da alimenti, quelli proprio da annettine, colomba, si conserva anche una settimana, Io se ne faccio 2/3 alla vota preferisco congelarla a fette e poi farla rigenerare con una passata in forno. Buonissima!
Anche la seconda domanda è difficilissima.. perchè con il profumo che c’è appena fatta difficile resistere. Comunque sì, falla raffreddare bene, mangiala in giorno dopo, ma non di più!!! 🙂
Se posso chiederti… volendo utilizzare la pasta madre essiccata con lievito al posto del lievito di birra fresco, quanti gr consigli? Complimenti
Grazie. Ciao
Io so che di lievito madre essiccato generalmente se ne impiega il 7% sul peso della farina, quindi per 500 g di farina 35 g di lievito madre essiccato.
E’ vero che se leggi su panetto di lievito di birra fresco ti dicono di usarne 25g per 500 grammi di farina, quando in questa ricetta, con riposo notturno, ne uso la metà, 12 grammi.
Quindi per logica potresti stare anche sui 20 grammi di lievito madre essiccato.
Però la mia è solo una constatazione di massima, non sono (più) esperta di lievito madre e quindi non ricordo più bene le rese.
Ciao e spero ti venga un’ottima fugassa!!
elisa
Ciao Elisa, complimenti per la ricetta che ho già seguito in passato e mi ha dato molte soddisfazioni!
Una domanda, vorrei dividere le preparazioni in due sere, quindi partire sulle 18 con il lievitino, chiudere l’impasto entro sera e lasciare lievitare fino al giorno dopo sempre sulle 17/18 quando potrei riprenderla in mano per suddivisione impasto, lievitazione finale glassatura e cottura.
Potrebbe avere senso lasciarla “maturare” tutta la notte in frigo, poi toglierla la mattina, e lasciarla a T.A. fino le 18 (quindi circa altre 10 orette)? In questo caso manterresti sempre i 12gr di liveito per 500gr di farina o meglio ridurre un po’?
Grazie mille!! 🙂
Ciao Elisa,
sono felice che ti dedichi a fare la fugassa!
Senti, io non sono un’esperta pianificatrice, quindi sicuramente il mio è un consiglio dato solo dall’esperienzza in situazioni simili, anche s non ho mai provato con la fugassa.
Farei però come hai detto tu.
Lascerei a maturare in frigo per la notte e metterei a temperatura ambiente (ma non troppo caldo, diciamo sui 20/21°) per la giornata successiva.
Non ridurrei il lievito, perchè con la stessa dose l’impasto sopporta una lievitazione a temperatura ambiente per tutta la notte.
Dai prova e fammi sapere!
ciao,
elisa