Il migliaccio è un dolce tipico del periodo di Carnevale napoletano che si trova anche per tutto il periodo della Pasqua: una torta semplice, morbida, profumata e molto zuccherina che piace a tutti, grandi e piccini.
Il migliaccio dolce napoletano
Il migliaccio dolce è una torta morbida, profumata agli agrumi che nella sua versione originale prevede solo l’utilizzo del semolino, ma è molto diffusa la versione che prevede anche l’aggiunta della ricotta.
Un dolce che va cotto al forno e che può essere servito freddo ma anche tiepido, volendo anche con una spolverata di zucchero a velo.
La tradizione vuole che il migliaccio venga cotto in un tegame di rame, in alternativa, si utilizza un tegame di alluminio.
Si può utilizzare lo strutto, al posto del burro, come facevano i nostri nonni, o di utilizzare l’acqua al posto del latte, come fanno ancora adesso in alcuni paesi della penisola.
Questa ricetta mi è stata regalata da una carissima amica napoletana (l’avete conosciuta anche per la ricetta meravigliosa della pasquerà!!): è la sua ricetta tradizione tramandata dalla bisnonna. Provatela!
Migliaccio napoletano di semolino
Ingredienti
- 250 g semolino
- 400 ml latte
- 350 ml acqua
- 300 g zucchero (la ricetta originale ne prevede 500 g)
- 5 uova
- 1 cucchiaio di strutto o burro
- 1 Limone – arancia
- Zucchero velo (facoltativo)
Istruzioni
- Versate in un pentolino il latte, l’acqua, la scorza di limone e/o arancia, lo zucchero e portate ad ebollizione.
- Unite la semola setacciandola e mescolate continuamente fino ad ottenere la consistenza di una crema.
- Togliete dal fuoco, eliminate le bucce degli agrumi e, continuando a mescolare, aggiungete lo strutto.
- Fate intiepidire il composto.
- Montate velocemente le uova e incorporatele pian piano all’impasto.
- Versate il tutto nella teglia, precedentemente imburrata ed infarinata.
- Cuocete in forno preriscaldato statico a 180°C per 45/50 minuti o, comunque, fino a completa doratura. La parte alta della torta dovrà essere abbastanza scura.
- Lasciate raffreddare e dopo spolverizzate a piacere con zucchero a velo.
Le origini del migliaccio
Il migliaccio napoletano ha origini molto antiche, addirittura medievali. L’origine del nome deriva dal latino miliaccium che indica un tradizionale pane di miglio.
La farina di miglio veniva utilizzata a per la preparazione della polenta prima dell’arrivo della farina di mais e, in antichità, veniva usata per numerose preparazioni di dolci poveri.
Nella tradizione contadina si ricorda, infatti, una tipica torta che veniva fatta con miglio, sangue di maiale, preparata in concomitanza con il periodo della macellazione del maiale. Era un cibo povero ma molto sostanzioso e nutriente e perciò diffuso nelle classi più povere.
L’utilizzo del sangue di maiale non era ben visto né dalla Chiesa Cattolica né dalla classe borghese che considerava queste tradizioni dei riti pagani, e cercarono quindi di vietarne l’utilizzo nella cucina povera campana.
Il sangue del maiale, venne messo quasi al bando e nel tempo sostituto da zucchero, cannella, farina e uova, trasformandosi così nel dolce che tutti conosciamo: il migliaccio.
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