I ravanelli sott’aceto sono una di quelle preparazioni che quando decidi di provare per la prima volta diventano un #maipiùsenza!
Dei sottili rosati dischetti che, in bocca, si trasformano in un’esplosione di sapore.
Insomma un po’ quello che succede con i limoni fermentati sotto sale alla marocchina. Ve li ricordate vero? Qui li trovate!

I ravanelli sott’aceto sono leggermente pungenti e hanno una consistenza croccante, che possono impreziosire molte delle nostre pietanze, da una semplice insalata, a piatti di carne delicati ma anche ad un hamburger, o ad un semplice panino con del formaggio fresco.
Diffusissimi nella cucina nordica, che utilizzano molto questa antica tecnica per la conservazione dei cibi. Oggi non più per una necessità pratica, ma per la particolare consistenza che dà alle verdure (e ai pesci) e al ruolo di equilibrio di sapori che le verdure sottaceto danno ai piatti.

Ravanelli sott’aceto, Pickled radishes
Ingredienti
- 125 g di ravanelli
- 1 cucchiaino di pepe in grani
- 3-4 bacche di ginepro o semi di coriandolo, peperoncino, cannella (facoltativi)
- 2 foglie di alloro
Per la soluzione:
- 125 ml di acqua
- 125 cucchiai di aceto di mele
- 1 cucchiaino di sale grosso non iodato
- 150 g di zucchero superfino
Istruzioni
- Lavate molto bene i ravanelli spuntano le estremità. Affettateli sottilmente, con una mandolina, ad esempio, e poneteli in un barattolo di vetro pulito, con le spezie.
- In un pentolino unite tutti gli ingredienti per la soluzione e fate bollire un paio di minuti mescolando fino allo scioglimento del sale e dello zucchero.
- Fate raffreddare la soluzione e poi versala sui ravanelli.
- Mettete poi il barattolo in frigorifero per almeno 24 ore e conservate in frigorifero anche una volta aperto il barattolo, anche per un mese.
I ravanelli, questi sconosciuti
I ravalli sono un ortaggio della famiglia delle Crucifere (come cavoli e broccoli) non molto utilizzato in Italia, se non crudi in insalata.
In altre regioni del mondo, invece, il loro consumo è molto più alto e vengono serviti anche cotti.
Dei ravanelli si mangia principalmente la radice e sono da prediligere quelli piccoli, meno legnosi. E con le foglie belle fresche!
Il periodo migliore è quello della raccolta che va da aprile a luglio, ma, grazie alle coltivazioni in serra, si possono trovare in disponibili tutto l’anno.
L’origine è orientale, infatti viene coltivato da millenni in Cina e Giappone.
Ne esistono molte varietà, con forme diverse, tonde, cilindriche o allungate, come il famoso daikon, comunemente chiamato rafano bianco: alcune varietà giapponesi, arrivano a sviluppare una radice di ben 50 kg, mentre in Italia, generalmente, si consuma la varietà radicola, dalla radice piccola e rossa.

I ravanelli sono un ortaggio molto light: hanno solo 10/15 calorie per 100 grammi. Contengono poi molte fare che danno sazietà per cui si rivela utile nelle diete.
Sono composti infatti per lo più di acqua; contengono poi ferro, fosforo, potassio, magnesio, calcio, vitamine del gruppo B, acido folico, vitamina C.
Le loro proprietà:
- Hanno proprietà diuretiche utili in caso di infiammazione ai reni e bruciori durante la minzione;
- depurative, per la salute dei reni;
- sedative, contro tosse e bronchite, usato sottoforma di infusi o decotti
- stimolanti dell’attività di fegato e cistifellea
- lassative, seppur blande, attribuite ai semi di ravanello che contribuiscono a regolarizzare il transito intestinale in caso di stitichezza
- Aiutano il rilassamento dei muscoli e del sistema nervoso.
- Sin dall’antichità è nota la loro capacità di conciliare il sonno.
Una curiostà:
Nel 2005 in Giappone, nella città di Anoi, dall’asfalto, spuntò un ravanello gigante attirando la curiosità della gente.
Venne chiamato Dokonjo Daikon, cioè “ravanello dallo spirito combattente” e divenne il simbolo della costanza, di ciò che supera le difficoltà.
Di questo ravanello gigante se ne parlò sui media e si pensò di studiarne il DNA per riprodurne la straordinaria forza., gettando nello sconforto la cittadina di Anoi.
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