“Una tavola lunga un secolo” è una interessantissima mostra che rappresenta un vero e proprio viaggio, una carrellata di argomenti culturali e gastronomici, nella storia della cucina italiana dagli albori del XX secolo ai giorni nostri, raccontata attraverso le sue trasformazioni e gli eventi storici che hanno caratterizzato il Novecento.
Sono arrivata a Martignana Po, presso la spendida location dell’atelier Dondolando Arte, grazie a il “Viaggio nel gusto sostenibile” organizzato dalla famosissima azienda Ballarini, dopo aver fatto visita ai loro stabilimenti.
Ballarini rappresenta da 120 anni la solidità della tradizione italiana nella forgiatura degli utensili da cottura, fatta di cura del dettaglio e impeccabile funzionalità, proiettata nella dimensione dell’innovazione, ed è riuscita a farmi partecipe della sua storia, anche attraverso questa mostra veramente interessantissima.
La mostra ha un allestimento che mi ha veramente affascinato, particolarmente originale e di forte impatto, con un percorso attorno a 8 periodi storico-culinari che si raccontano attraverso 3 diversi punti di vista:
– la cucina, con l’illustrazione delle tecniche e degli utensili per la preparazione dei cibi che caratterizzano uno specifico periodo;
– la tavola, in cui sono esposte le ricette e le riproduzioni dei piatti più rappresentativi;
– la storia, attraverso l’esposizione di ulteriori utensili da cucina, piatti e oggetti d’uso comune in un determinato contesto storico e culturale.
La cucina e la tavola sono i due ambiti in cui Ballarini e Richard Ginori, svolgono le loro attività da altre 100 anni e, attraverso questa mostra, hanno voluto raccontare la loro storia.
Il primo novecento tra povertà e grande cucina
L’Italia che si affaccia al XX secolo è il primo ambito temporale e culinario affrontato dalla mostra.
La rigida separazione tra classi sociali, la differenza nelle consuetudini e condizioni di vita tra città e campagne si riflettono nell’abisso esistente tra la cucina popolare, frugale e basata unicamente su vegetali e farinacei, e la vera cucina, presente soltanto presso i ceti abbienti.
La piccola borghesia del periodo si attiene al modello dell’Artusi, mentre solo l’élite può permettersi di frequentare i santuari di un’alta ristorazione che s’ispira ai dettami di Auguste Escoffier.
La cucina di guerra, la crisi agraria e la cucina della “resistenza”
Il periodo che va dalla conclusione della Grande Guerra al termine della Seconda Guerra Mondiale è dominato dalla diffusa penuria di generi alimentari.
Questo stato di cose spinge le classi meno abbienti ad industriarsi per la loro sussistenza con una cucina ancorata ai prodotti agricoli fondamentali, come tutti i cereali e i vegetali, con cui cucineranno zuppe e minestre.
La cucina e il periodo futurista
La mano di porcellana non nasce da un disegno di Giò Ponti, come in molti sono portati a pensare, ma era un prodotto di larga serie che Richard Ginori proponeva per la produzione di guanti di gomma. Ponti vi applicò dei decori in oro che alludevano all’esoterismo, a cui sei era già ispirato per altre collezioni.
Il Futurismo, oltre ad essere un movimento artistico e culturale non limitato al territorio nazionale, è il primo fenomeno moderno di comunicazione totale.
I suoi riflessi arrivano alla cucina con prodotti artistici/culinari che restano negli annali come autentiche opere d’arte e di comunicazione.
La lezione della cucina futurista si riverbererà in molte creazioni della futura Nouvelle Cuisine e, ancora oggi, l’esperienza futurista resta insuperata per livello di coinvolgimento polisensoriale in cucina e nella convivialità.
La diffusione nazionale della cultura in cucina
La Cucina Italiana nasce nel 1929. Fin dal primo numero la rivista si prefiggeva di ” mangiar bene, spendere meno”
A cavallo tra le due guerre fiorisce l’editoria dei libri, delle riviste e delle guide di cucina, che avvia un processo di generale acculturazione gastronomica.
Anche se rivolte ai ceti medi, tutte le le pubblicazioni prestano una grande attenzione all’economia, con ampio uso di ingredienti facilmente reperibili e non costosi.
La notevole diffusione di queste iniziative editoriali crea le premesse per l’esplosione dell’editoria e della cucina che avverrà con il benessere del secondo dopoguerra.
Negli anni ’40 si intuisce che la vendita di riso in piccole confezioni per il consumo domestico, anziché in sacchi, potesse produrre vantaggio al consumatore e al venditore, oltre che ad essere una grande operazione di marketing, in quanto portava il “marchio” in tutte le case. Operazione di gran successo ! (Il Gallo che diventò l’icona di maggior successo, caratterizzava il riso qualità di tutta la gamma)
La cucina della trattoria
Sono le osterie che entrano per prime nella storia gastronomica del ‘900. Poi si trasformano in trattorie e iniziano a guadagnarsi il favore anche dei ceti borghesi ed intellettuale: il costo è modesto, gli ingredienti semplici e i sapori intensi!
Le specialità delle trattorie sono i piatti regionali: dalle fettuccine al pollo alla diavola, dalle trippe agli stufatini col sedano, dai crostini alla costata di vitellone.
Il benessere e il consumo alimentare diffuso
L’inurbamento del secondo dopoguerra, le grandi emigrazioni verso l’industrie del nord, il crescente benessere sono i presupposti di un’esplosione del consumo alimentare che scatta nella seconda metà degli anni ’50.
Il salto, insieme economico e culturale, viene favorito dall’avvento della televisione e di altri elettrodomestici come il frigorifero, ma anche dall’aumentata disponibilità di merci attraverso i nascenti supermercati.
L’industria alimentare italiana si ritrova alcuni eccellenti prodotti di base già perfettamente industrializzati, in primo luogo la pasta, che diventa l’emblema del benessere raggiunto e il simbolo identificativo di un’intera nazione.
La nuova cucina italiana
Verso gli anni ’70, si afferma la qualità dei ristoranti, che aumentano di numero, un’evoluzione della trattoria.
Gualtiero Marchesi è lo chef del rinnovamento creativo della cucina italiana, lui riesce ad emergere per la ricerca accurata, quasi ossessiva della qualità degli ingredienti e della perfezione tecnica nella realizzazione delle ricette, estesa all’uso degli utensili e degli attrezzi espressamente concepiti ricetta per ricetta.
L’intuizione di Marchesi è stata quella di creare nuovi piatti che, pur legati alla cucina classica o a quella del territorio, esprimessero nettamente la volontà di liberarsi da schemi antiquati e tradizionali.
La creatività e la sperimentazione in cucina
Nell’ultimo scorcio del é900, all’ ennesima riscoperta del territorio, si affiancano diverse tendenze creative e sperimentali che partono da grandi chef italiani e stranieri.
Ed è proprio la figura carismatica dello chef a emergere dalle cucine per diventare personaggio pubblico a tutto tondo.
La cucina destrutturata con il catalano Ferran Adrià o la cucina molecolare con l’inglese Heston Blumenthal sono solo due esempi di questo trend globale che identifica una tendenza della ristorazione con il suo esponente più acclamato.
Aziende che hanno una antica storia di eccellenza come Ballarini 1889 e Richard Ginori 1735, che hanno condiviso questo progetto “Una tavola lunga un secolo”, sono convinti che gli elementi fondanti del loro futuro risiedano nella loro storia, nella loro tradizione tecnica e progettuale.
A simboleggiare l’unione di tradizione, conoscenza e soluzioni innovative che è la chiave per il futuro del Made in Italy applicato alla cucina italiana, l’area tematica riservata alla contemporaneità ospita due pezzi inediti:
“In palmo di mano” Ballarini, una piccola casseruola per cucinare e servire in tavola, e un pregiato Piatto con decoro fatto a mano Richard Ginori, testimonianza dell’intervento consapevole degli artigiani nella produzione.

Ringrazio Ballarini 1889 che ha aperto le porte della sua Azienda, in concomitanza con líattesissimo ed imperdibile appuntamento internazionale di Expo 2015.
Con questi eventi esprime il desiderio di raccontare e raccontarsi, lungo un viaggio “gastronomico-culturale” per descrivere la stretta sinergia fra tradizione gastronomica, tecnologie produttive allíavanguardia e sostenibilità ambientale, tutto rigorosamente made in Italy.
La seconda tappa del “viaggio nel gusto sostenibile” è prevista per il 29 giugno (le prossime tappe verranno indicate nel loro sito): il mio consiglio è quello di partecipare! Un’occasione unica per conoscere questa splendida realtà produttiva italiana.
Una tavola lunga un secolo
Mostra a cura di: Anna e Gian Franco Gasparini
con la consulenza di: Paola Ricas, Eugenio Medagliani
Catalogo: Corraini editore
Progetto dellíallestimento: Architettura della Comunicazione
Immagine coordinata: Andreoli Cavaletti Associati
Il libro che accompagna la mostra: Una tavola lunga un secolo – Corradini Edizioni
2 comments
leggendo questo post rivivo sulla elle le belle emozioni di quella giornata!!sempre più felice di aver partecipato e felicissima di averti conosciuto!
un abbraccio grande
hai ragione…é stato bello a distanza di qualche settimana rivedere le foto e rivivere quella giornata!!
a presto, cara!
ciao
elisa