Il pide è la tipica pizza turca dalla forma a barchetta che io ho farcito con delle erbette di primavera, ma che si prestano a tantissime interpretazioni.
Pide, la pizza turca
Camminando tra le strade di Istanbul non è facile decidere che cosa mangiare: ad ogni passo ci si imbatte in qualcosa di nuovo ed invitante e il profumo dei pide che esce dai forni a legna delle botteghe è veramente invitante e irresistibile.
Davanti alle migliori botteghe la fila è sempre lunghissima per acquistare queste pizze turche a barchetta.
Farcite con formaggio, anche con l’aggiunta di spinaci, oppure di carne, con pollo, manzo macinato, bocconcini agnello o salsicce sucuk piccanti, oppure uova e peperoni quelle più diffuse.
Durante il ramadan, invece, il pide si mangia semplice, cosparso solo di semi di çörek otu, semi di cumino nero, o di nigella.
Il pide alle erbette di primavera
Io ho pensato di farcire i miei pide con formaggio ed erbette di primavera. In particolare ho utilizzato delle rosole, le piante dei papaveri, saltate in padella con della pancetta.
Questa ricetta entra nelle proposte del mese della rubrica L’Italia nel piatto “Erbe spontanee e piante aromatiche”: le rosole sono infatti un’erba spontanea molto diffusa nella cucina veneta.
A fine articolo, come di consueto, tutte le ricette delle altre regioni d’Italia.
Pide, pizza turca con erbette
Ingredients
Per la pasta:
- 300 g farina tipo 0
- 4 g lievito di birra fresco
- 1 cucchiaio raso di zucchero
- 200 ml di acqua tiepida
- qb farina di mais o semola (per infarinare il piano di lavoro)
- 1/2 cucchiaio raso di sale
Per spennellare:
- 1 uovo
- 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
Per la farcitura:
- 200 g erbette (io rosole di papavero, ma benissimo anche spinaci)
- 100 g formaggio semi stagionato (io formaggio Dobbiaco)
- 70 g pancetta affumicata (facoltativo)
Instructions
Preparazione della pasta:
- Sciogliete il lievito di birra nell’acqua tiepida, aggiungete lo zucchero e lasciate riposare il composto in un luogo caldo per 10/15 minuti in modo che il lievito si attivi (sulla superficie comparirà un sottile strato di schiuma).
- Nella ciotola della planetaria mescolate la farina con il composto liquido del lievito e poi unite il sale.
- Impastate a velocità media per 10 minuti, fino a che l’impasto risulterà liscio ed elastico.
- Oliate leggermente una ciotola, metteteci dentro la palla di impasto e coprite con della pellicola. Lasciate lievitare per circa 2 ore (fino al raddoppio) in un luogo caldo.
- Se utilizzate la pietra refrattaria per la cottura, dopo un’ora di lievitazione, accendete al massimo il vostro forno (250°C) con la pietra dentro, in modo che prenda calore.
Preparate la farcitura:
- Prendete le vostre erbette, pulitele e sbollentale in acqua bollente leggermente salata.
- Scolatele molto bene, strizzatele e poi ripassatela in padella con un filo di olio, uno spicchio di aglio schiacciato. Regolate di sale. Se volete potete far rosolare anche un po’ di pancetta.
Preparazione della pide:
- Prendete l’impasto lievitato e rovesciatelo su un un piano di lavoro infarinato (con farina di mais o semola) e schiacciatelo con le punta delle dita per sgonfiarlo un po’.
- Lavoratelo per formare un cilindro e dividetelo in 4 parti uguali. Fatele riposare per 10 minuti, coperte con uno strofinaccio.
- Con ognuna di esse formate una pallina e schiacciatela con le mani e poi continuate ad appiattirla con un matterello fino ad ottenere un ovale (da circa 30×12 cm – o quello che preferite, anche in base alla vostra teglia o pietra). La pasta dev’essere tirata abbastanza fine e ogni volta che la tirate con il mattarello girate la pasta.
- Mettete la pasta sulla teglia o sulla pala per la pietra, aggiungete la farcitura, prima le erbette e poi il formaggio a pezzetti, lasciando circa un centimetro libero tutto intorno. Ripiegate il bordo libero sopra la farcitura e pizzicate la pasta alle estremità conferendogli la forma a barchetta.
- In una ciotola sbattete leggermente l’uovo con un cucchiaio di olio e spennellate i bordi della pide.
- Infornate con il forno al massimo della temperatura: con la pietra refrattaria servono 6/7minuti. In una teglia da forno circa 10/15 minuti.
- I pide saranno cotti quando avranno preso un bel colore dorato e la pasta sarà bella croccante. Procedete con le altre 3 palline a meno che non riucite a metterle tutte insieme in forno.
- Tagliatele con un coltello e servitele caldissime.
Conoscete le rosole di papavero?
Le rosole, conosciute anche come rosolaccio, sono le piante giovani del papavero selvatico (Papaver rhoeas): questo bellissimo fiore che d’estate colora i campi di grano, in primavera ci offre una buonissima erba, un ingrediente “povero” con cui i contadini arricchivano i loro pasti, e i nostri nonni la usavano in abbondanza dopo l’inverno, per le sue proprietà purificanti e depurative.
Il periodo migliore per la raccolta, lasciando la radice nel terreno, è da marzo a inizio maggio, poichè poi le piante crescono troppo, per prepararsi a fiorire.
A differenza delle altre parti della pianta (semi, capsula, lattice, ecc) il contenuto di alcaloidi nelle foglie è irrilevante, per cui le proprietà narcotiche come anche quelle calmanti, sedative e analgesiche sono blande.
Le rosole in cucina
Le rosole del papavero hanno un sapore molto dolce e delicato, sono ottime da sole ma anche da abbinare alle rosole di tarassaco (pissacan in dialetto veneto), pianta disponibile nello stesso periodo, ma ben più amarognola.
Le rosole sono molto diffuse nella cucina veneta: saltate in padella come contorno, nelle frittate, come ripieno per i tortelli e ravioli, per ottimi risotti, zuppe e torte salate.
Moto diffuse anche in Romagna dove vengono utilizzate per farcire le piadine, nel famoso cassone o crescione con le rosole.
L’Italia nel piatto
“Le erbe spontanee e le piante aromatiche ” è il tema della rubrica de L’Italia nel Piatto per il mese di maggio.
Io ho proposto un piatto con le rosole di papavero, di seguito i suggerimenti delle altre Regioni d’Italia.

Liguria: aggiadda (agliata)(blog: Arbanella di basilico)
Piemonte: Rabaton alessandrini con erbe spontanee e aromatiche (blog: la cascata dei sapori)
Valle d’Aosta: Erbe e piante aromatiche e il Pancotto alla salvia(blog: Delizie & Confidenze)
Lombardia: Risotto alle ortiche e raspadura (blog: kucina di Kiara)
Trentino Alto Adige: Strangolapreti alle ortiche (blog: Profumi e colori)
Friuli Venezia Giulia:
Emilia Romagna: Pasta fresca all’erba cipollina e limone (blog: Zibaldone culinario)
Abruzzo: Pollo alla cacciatora con erbe aromatiche (blog: Un’americana tra gli orsi)
Toscana: Salsa verde (blog: Acquacotta e fantasia)
Umbria: Fojata – La torta salata umbra con erbe spontanee (blog: Due amiche in cucina)
Marche: Gnocchi di erbe spontanee delle Marche (blog ospite: Taartetaina)
Molise: Le cicerchie all’origano (blog: TartetaTina)
Lazio: Linguine al pesto di mentuccia (blog: Meri in cucina)
Puglia: Taralli pugliesi al rosmarino (blog: Breakfast da Donaflor)
Campania: La frittata di viticelle o vitaglie (blog: Fusilli al tegamino)
Basilicata: Focaccia dolce all’origano (blog: Quella lucina in cucina)
Calabria: Cuzzupi cu l’ananzu, il prezioso anice nero della Sila (blog: Il mondo di Rina)
Sardegna: Filetto di maiale su seada al pecorino con susine caramellate al mirto e miele di macchia mediterranea (blog: Dolci Tentazioni d’autore)
Sicilia: Finocchietto Selvatico al Sugo (blog: Profumi di Sicilia)
ciao!

vi aspetto su INSTAGRAM, FACEBOOK
18 comments
Un bel matrimonio di usanze che è iniziato “qualche anno fa”, dai tempi di Costantinopoli e della gloriosa Repubblica di Venezia! E ne vale la pena: questa ricetta è proprio golosa 🙂
eh sì! proprio così!
ciao,
elisa
A parte che è molto bella alla vista, questa pizza ha un accostamento di sapori che mi piace molto! E poi quel tocco di colore dei fiori è meraviglioso!
Grazie Sabrina!
elisa
Quest’erba di cui parli cresce spontanea anche dalle mie parti ma in questo momento mi sfugge il nome, però la usiamo nelle pizze rustiche, proprio come fate da voi. La ricetta di queste barchette me la sono già copiata. Le devo assolutamente provare. Complimenti!
mi fa piacere!
poi fammi sapere!
ciao, elisa
Una ricetta molto interessante che varca i confini, ma che tu hai impreziosito con le rosole. Un erba spontanea che non conoscevo e difficile da trovare qui i papaveri sono quasi scomparsi
Un abbraccio Manu
che peccato!
Io quest’anno sono riuscita proprio a godermele, sono così buone!
Grazie, elisa
hai avuto un’idea geniale per farcire queste barchette turche! Sono proprio di mio gusto!
Sono state molto apprezzate!
Le rosole poi sono speciali!!
grazie,
elisa
Bellissime queste barchette di pizza, ottima variante !
Grazie! 🙂
Stupende queste barchette Elisa, devono essere squisite! Complimenti!
Bacio grande,
Mary
da fare!!
ciao
elisa
Quante erbe nuove sto scoprendo questo mese, le rosole non le conoscevo e non sapevo di questa tradizione veneta! Mi piace proprio tanto! un abbraccio
le rosole sono veramente ottime. Peccato durano poco…
ciao
elisa
Queste barchette di pizza turca sono proprio sfiziose, bella proposta con le piante di papavero!
Carinissime anche da presentare a tavola!
Un abbraccio
Grazie Milena!
elisa