Il timballo di riso e radicchio è una interessante variante al classico risotto veneto, in una preparazione tipica delle cucina italiana.
Uno scrigno prezioso, riso, radicchio e formaggio, che potete inserire nel timballo o farne una leggera fonduta di accompagnamento: un meraviglioso primo piatto, ma anche piatto unico.
A differenza del risotto, il timballo di riso può anche essere cucinato con anticipo, permettendoci così di organizzarci al meglio nelle nostra giornata o nella preparazione di una cene di più portate, magari con gli amici.
Questa versione con il radicchio rosso (ho usato il radicchio rosso tardivo di Treviso e quello di Verona) è realizzabile nella stagione invernale, quando questi radicchi sono disponibili e al ansino della loro bontà, ma basterà cambiare ingrediente, cambiare verdure, per avere un timballo per ogni stagione.
“Timballi e sformati” è il tema edl mese della rubrica “L’italia nel piatto”.
Per il Veneto io presento questo timballo realizzato con 4 eccellenze venete: il riso di Grumolo delle Abbadesse, il fiore d’Inverno, ovvero il radicchio rosso tardivo di Treviso, lo scrigno a cuore che è il radicchio rosso di Verona, e come formaggio il morlacco del Grappa. A fine articolo troverete una carrellata di ricette di sformati e timballi realizzati con le eccellenze delle altre regioni venete.
Sformati e timballi, origini e differenze
Il timballo e gli sformati sono preparazioni che fanno parte della nostra ricca tradizione culinaria italiana. Diverse le tipologie in base alle specialità regionali, li troviamo a base di pasta, riso, con carni o con verdure, spesso racchiusi in una sfoglia o ricoperti di verdure.
Bisogna però fare una distinzione tra timballi e sformato, spesso vengono confusi tra loro, o chiamati l’uno per l’altro, in realtà hanno delle precise caratteristiche che li differenziano.
In poche parole i timballi sono realizzato con pasta e riso, mentre gli sformati con carne e verdura. Ma vediamo di approfondire un po’ il discorso.
Il timballo
Il timballo, nella sua preparazione più classica, è una preparazione riconoscibile per la sua forma che è a tamburo: lo stampo che si utilizza è, infatti,a forma di tamburo, alto e tondo.
Alcune fonti ritengono che questo termine abbia origini medievali, dal francese arcaico tamballe, oggi timbale, che a sua volta viene dall’arabo, con significato di tamburo.
Nella cucina siciliana il timballo esisteva sicuramente fin tempi degli arabi (il famoso timballo di anellini siciliani) e nella cucina napoletana il timballo era molto presente nelle cucina dei nobili tra il Settecento e l’Ottocento (ricordiamo il sartù!)
Questo pietanza ha come protagonista un ripieno fatto di pasta o di riso, condito spesso con ricche salse e formaggi e racchiuso in una sfoglia di pasta (che può essere brisèe, matta, sfoglia, frolla, di pane), oppure semplicemente avvolto nel pangrattato, a creare un vero e proprio scrigno. La cottura avviene al forno.
Famoso il “Timballo del Gattopardo” che Giuseppe Tomasi di Lampedusa descrisse così:
L’oro brunito dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava, non era che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella massa untuosa, caldissima dei maccheroni corti, cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
Nel corso del tempo ha preso forme diverse, adattandosi ai tantissimi stampi oggi in commercio. La copertura non è fatta più solo di pasta sfoglia/frolla ma anche con verdure o senza copertura (la lasagna stessa si può considerare un timballo di pasta).



Lo sformato
Lo sformato ha come ingredienti principali le verdure, la carne, il pesce, i formaggi. Anche lo sformato può essere racchiuso in una scrigno di pasta sfoglia, pasta brisee, pasta matta anche pasta pizza, anche se allora vengono più comunemente chiamati torte salate.
Alcuni esempi tra gli sformati più classici sono gli sformati di Pasqua a base di carciofi e ricotta o spinaci e ricotta con uova sode, oppure il gâteau di patate o la parmigiana di melanzane, per fare qualche esempio
Gli sformati vengono fatti in teglia, a volte anche in formati a ciambella oppure in cocotte monoporzione. La cottura avviene in forno, tal volta a bagnomaria.
Timballo di riso e radicchio
Ingredients
per il timballo:
- 300 g riso per risotto (Carnaroli o Vialone nano)
- 1/2 bicchiere vino bianco secco
- 3-4 cespi radicchio rosso tardivo di Treviso
- 2 cespi radicchio rosso di Verona
- 1/2 cipolla
- 1,5 litro brodo vegetale (per tirare il risotto)
- 1 noce burro (per mantecare)
- 50 g pangrattato (senza glutine se necessario)
- qb Parmigiano Reggiano grattugiato (per mantecare il risotto)
- qb formaggio Morlacco del Grappa a fettine/pezzi (in alternativa formaggio Asiago, Monte veronese o altro formaggio morbido)
- qb olio extravergine di oliva
- qb pepe
- qb sale
Per la salsa di formaggio (facoltativa):
- 2000 g formaggio Morlacco del Grappa a dadini (in alternativa formaggio Asiago, Monte veronese o altro formaggio morbido)
- 20 g farina 0 (farina di riso per versione gluten free)
- 5 dl latte
- 20 g burro
- qb sale, pepe, noce moscata
Instructions
Preparazione dei radicchi per il timballo:
- Lavate il radicchio di Treviso e tagliatelo a listarelle.
- Affettate finemente la cipolla e fatela soffriggere con un giro di olio in una casseruola (da risotto), unite il radicchio appena tagliato e fatelo appassire qualche minuto. Togliete il tutto dalla pentola, e mettete da parte. Scaldate il brodo.
- Sfogliate il radicchio di Verona, prendendo le foglie più larghe e lavatele. Togliete la costa bianca delle foglie, per rendere più agevole la copertura del timballo.Sbollentate le foglie per 30 secondi nel brodo bollente, in modo che si ammorbidiscano. Toglietele subito con una schiumaiola e fatele raffreddare velocemente (così mantengono vivo il colore). Fatele asciugare.
Preparazione del riso:
- Buttate ora nella casseruola il riso, fatelo tostare mescolando (fino a quando diventerà più lucido e si sentirà il suo aroma) e poi sfumate con il vino bianco. Quando sarà evaporato, unite il soffritto di cipolla e radicchio e iniziate a bagnare con il brodo bollente, un mestolo alla volta man mano che viene assorbito, fino a che il riso non sarà cotto.
- Terminate, fuori dal fuoco, mantecando con una noce di burro e una paio di cucchiai di parmigiano reggiano.
Prepariamo il timballo:
- Prendete una teglia a "tamburo" rotonda, imburratela e polverizzatala con del pangrattato. Rivestite la teglia con le foglie di radicchio rosso di Verona, senza lasciare buchi, sia sulla base che sul bordo.
- Ora versate sulla tortiera ricoperta metà del risotto. Prendete il formaggio, tagliatelo a fette e mettetelo sopra al risotto ben distribuito. Ora versate risotto rimanente. Livellate bene e se ci sono foglie di radicchio che escono dal bordo, rigiratele sul risotto. Se ne avete in abbondanza potete coprire anche la superficie superiore.
- Mettete in forno* a 180°C statico per circa 15 minuti, giusto il tempo di gratinare.
- Rovesciate con attenzione il timballo su un piatto da portata. Tagliatelo a fette e servitelo.
Salsa di formaggio (facoltativa):
- In una casseruola sciogliete il burro e aggiungete la farina, mescolando per evitare grumi. Aggiungete il latte poco alla volta e portate ad ebollizione.
- Unite ora il formaggio a dadini e fatelo sciogliere completamente. Regolate di sale, pepe e un po' di noce moscata.
- Servitelo su una salsiera e versatelo sulle fette di timballo di riso.
Notes
Solo eccellenze venete in questo timballo di radicchio
Tutti gli ingredienti presenti in questo imballo sono delle specialità venete. Ve li descrivo brevemente:
RISO DI GRUMOLO DELLE ABBADESSE – PRESIDIO SLOW FOOD
Grumolo delle Abbadesse è un piccolo comune tra le province di Vicenza e Padova. Qui il riso venne introdotto dalle monache benedettine e si coltiva a partire dal tardo ’500. Fu proprio grazie alle badesse la bonifica dei terreni paludosi della zona e la costruzione dei canali. C’è anche una bellissima leggenda legata alla coltura del riso a Grumolo delle Abbadesse. Ho già parlato di questo riso in due altri articoli che vi invito a leggere, con altri due piatti della tradizione veneta: RISO E LATTE e TORTINO DI RISO E POMODORO.
RADICCHIO ROSSO TARDIVO DI TREVISO IGP
Il radicchio di Treviso è una vera eccellenza veneta, ma direi italiana! E’ un ortaggio della famiglia delle cicorie e lo si trova disponibile in due varianti: il precoce, più amarognolo, e il tardivo, quello più dolce, co le sue particolari foglie allungate di colore rosso-violaceo intenso e con una nervatura principale bianca.
La zona di produzione del Radicchio Rosso di Treviso IGP interessa alcuni comuni delle province di Treviso, Padova e Venezia.
Il Radicchio Rosso di Treviso IGP apparve in Italia nel XVI secolo, proprio in provincia di Treviso. Era un cibo per i contadini, ma è diventato oggi, soprattutto nella sua versione tardiva, un ortaggio pregiato e ricercato, grazie alle particolari tecniche di produzione, utilizzate oggi. Ho parlato ampiamente di questo meraviglioso fiore d’inverno e dell’arte della sua coltivazione qui.
Tantissime le ricette che trovate nel blog con questa eccellenza: se vuoi vederle clicca qui.
RADICCHIO DI VERONA IGP
Anche il radicchio di Verona è una cicoria, con la caratteristica forma a cuore, un ovale allungato con delle foglie di un bel colore rosso scuro ed intenso. Il Radicchio di Verona ha un sapore riconoscibile: le foglie sono amarognole mentre le nervature sono più dolci. Anche per questo radicchio la varietà più tardiva è più dolce.
MORLACCO DEL GRAPPA – PRESIDIO SLOW FOOD
Il Morlacco è un formaggio di latte vaccino, cremoso e saporito, prodotto nell’area dell’altopiano del Grappa, tra le provincie di Vicenza, Treviso e Belluno.
Il Morlacco ha visto negli ultimi anni una rinascita, grazie anche al suo inserimento tra i Presidi di Slow Food: è presidio slow food se lavorato con il latte delle vacche di razza Burlina, razza autoctona del nostro territorio.
Come vuole l’abitudine dei malgari, il Morlacco era il tipico formaggio antico che si consumava a partire dalla colazione del mattino sino alla cena, accompagnato da polenta, patate lesse o pane casereccio.
Oggi si usa anche come formaggio da tavola, ma soprattutto per insaporire risotti, negli sformati di verdura e per gratinare.
Direi che questi 4 ingredienti insieme sono un matrimonio perfetto! Non vi resta che provare ad assaggiare questo timballo di riso e radicchio e fatemi sapere!
L’Italia nel piatto
Per il tema del mese “Sformati e timballi” la mia proposta è questo TIMBALLO DI RISO E RADICCHI: ma voglio lasciarvi altre due proposte già pubblicate:
Qui di seguito trovate le proposte di sformati e timballi con le tipicità di tutte le altre regioni d’Italia.

Liguria: Buridda con riso (blog: Arbanella di basilico)
Piemonte: Tartrà piemontese (blog: Soffici blog)
Trentino Alto Adige: Sformato di formaggio in monoporzione (blog: Profumi e colori)
Lombardia: Charlotte di mele alla milanese (blog: Pensieri e Pasticci)
Friuli Venezia Giulia: Sformato di polenta, verze e Montasio (blog: La Gallina vintage)
Emilia Romagna: Pasticcio di maccheroni alla ferrarese (blog: Zibaldone culinario)
Umbria: Parmigiana di cipolle di Cannara (blog: 2 amiche in cucina)
Abruzzo: Sformato di ortaggi misti del Fucino (blog: un’americana tra gli orsi)
Toscana: Bomba di riso della Lunigiana (blog: Acquacotta e fantasia)
Molise: Timballo di cicorie (blog ospite: Quella lucina in cucina)
Marche: Vincisgrassi, il timballo marchigiano (blog: Forchetta e pennello)
Lazio: Sformatino di cassola (blog: Meri in cucina)
Puglia: Sformato di carciofi e patate alla brindisina (blog: Breakfast da Donaflor)
Campania: Coppola di Garibaldi (blog: Fusilli al tegamino)
Calabria: Risu chjinu (blog: dolcemente inventando)
Basilicata: Sformatini di borragine con salsa di caciocavallo (blog: Quella lucina in cucina)
Sardegna: Sformato rustico alla sarda (blog: Dolci Tentazioni d’autore)
Sicilia: Timballo di Pasta con Cavolfiore Viola Siciliano (blog: Profumi di Sicilia)
18 comments
Riso e radicchio un abbinamento perfetto e con il timballo acquista un’eleganza speciale, bravissima
Buona domenica
Manu
Grazie Mani!
In effetti i timballi portano con loro l’eleganza dei piatti di un tempo!
ciao
elisa
Solo il colore lascia senza parole, il sapore sarà buonissimo!
hai ragione!
Quando l’ho rovesciato una “wow” mi è scappato””!!
ciao
elisa
Un piatto raffinato per occasioni speciali! Buonissimo questo timballo di riso e radicchio rosso… eccellenza veneta!
Grazie mille!
ciao
un piatto di eccellenze, complimenti ! Questa è attenzione verso il proprio territorio e se i vostri radicchi non hanno bisogno di pubblicità diverso è per il riso e per il Morlacco. Complimenti per il piatto!
Grazie Elena!
direi che ogni regione ha veramente tanto di cui potersi vantare!!
ciao
Un timballo che si presenta davvero bene. Sarà sicuramente buonissimo, vista anche la presenza di tutti quei prodotti di eccellenza. Un post ricco di informazioni. L’ho letto con vero piacere.
Mi fa piacere Natalia!
Guarda, una preparazione veramente buona. Io sono solita fare i risotti, ma ora farò senz’altro qualche timballo in più!
ciao
Che bello questo timballo e con il radicchio perfetto per il mio gusto! Ciao Elisa a presto 🙂
Grazie a te!
Leggere i tuoi post è sempre così bello ed arricchente…e che dire di questa bontà che ci proponi?!
La assaggerei seduta stante, sono una fan sfegatata del radicchio…
Un abbraccio!
e allora è da provare!
ciao e grazie!!!!
elisa
È un timballo bellissimo e gustosissimo!
Baci,
Mary
Grazie Mary!!
Confesso che per anni non ho mangiato il radicchio, poi è sbocciato l’amore e il risotto è diventato uno dei piatti preferiti in casa nostra… Che dire di questo piatto….FAVOLOSO!!!! A presto LA
e per fortuna è sbocciato l’amore!!!!
ciai
elisa